27 marzo 1963: nasceva quello che, di lì a meno di trent'anni, sarebbe diventato il simbolo della genialità estrema in campo cinematografico. Voglio celebrare questo giorno perché è anche grazie a Quentin e ai suoi film, paragonabili ad un filo di perle preziosissimo, se ora scrivo su questo blog.
La Sua filmografia, seppur non molto ampia, abbraccia un universo immenso di generi e storie che vanno dal Noir all'Anime giapponese, passando per la commedia, il dramma, il western, l'exploitation. Il pulp, genere cui tutti associano il Suo nome, non è assolutamente una Sua invenzione. Sì, insomma, è comodo da usare come etichetta per alcuni suoi film come "Reservoir Dogs" o, appunto "Pulp Fiction", ma Quentin, in verità, è un abilissimo "Chef" che ha colto ingredienti qua e là dal vastissimo buffet cinematografico dal quale si è nutrito sin dalla giovanissima età, mixandoli in un sensazionale e gustosissimo frullato di celluloide che si è trasformato poi nei suoi primi 7 film (8 se consideriamo anche "True Romance", da lui scritto ma diretto da Tony Scott): Reservoir Dogs, Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill Vol. 1 e Vol. 2, Inglorious Basterds e Django - Unchained.
Aggiungiamoci poi partecipazioni straordinarie ad altri film, soprattutto quelli diretti dal suo amicone Robert Rodriguez (per il quale spesso compare in piccoli cammei, a volte anche girando amichevolmente delle scene, come successe per Sin City), e l'episodio di "Four Rooms" - "L'uomo di Hollywood" in cui compare sia come regista/sceneggiatore che come attore, ed ecco che abbiamo un ARTISTA a 360 gradi (come se non bastassero i suoi film a dimostrarlo, ma è sempre bene sottolinearlo).
La cosa che mi ha fatto innamorare di Tarantino (cinematograficamente parlando, s'intende) sono i dialoghi: fiumi e fiumi di parole, magari inutili, magari senza un preciso scopo all'interno del film, ridondanti, eccessivi, pieni zeppi di parolacce ed intercalari. L'esempio più lampante lo abbiamo in "Pulp Fiction". Ogni scena, ogni situazione del film contiene almeno un dialogo memorabile. Non tanto per cosa i personaggi si dicono, ma per come se lo dicono: Zucchino e coniglietta, Jules e Vincent, Butch e Marcellus, Jules e Brett, Vincent e Mia, Lance e Vincent, per poi concludere con il brillante Signor Wolf e il preoccupatissimo Jimmy nel capitolo intitolato "La situazione Bonnie". Questa sequela di personaggi usa la propria bocca per esprimere concetti che Tarantino ha nella sua testa. Anche solo il fatto che Vincent disprezzi la maionese: Vincent odia la maionese perchè Quentin odia la maionese. Sappiamo di una scena di Kill Bill Vol.2 che Quentin si rifiutò di girare finché dal bancone non fosse sparito quell'immondo barattolo di maionese, sostituito dalla senape (la scena in cui Bill prepara i sandwich parlando della filosofia di Superman - tra l'altro altro monologo geniale, insieme a quello dello stesso Tarantino su Madonna e Like a Virgin in "Le Iene").
E poi, genialità nella genialità, Mia, che esalta i silenzi, perchè se non hai niente da dire, non devi per forza arrovellarti il cervello nel tentativo di trovare qualcosa da dire comunque. Puoi anche startene zitto e goderti il silenzio in santa pace. Tanto quelle che potresti farti uscire dalla bocca sarebbero solo puttanate. Insomma, il regista i cui film sono etichettati come quelli "più verbosi" di tutti, che fa esaltare ad un suo personaggio il silenzio. Se non è un genio lui... Beh...
E poi adoro il continuo autocitarsi in ogni suo film: c'è sempre qualcosa, un oggetto, una situazione, un dialogo, un'inquadratura particolare (come le cosiddette "trunkshot", le inquadrature dal basso verso l'altro con la macchina da presa infilata in un bagagliaio)
Altra cosa che mi fa impazzire sono le scene di sangue. Ma lì forse sono malato io... Lasciamo perdere.
Non riesco a trovare nulla che non mi piaccia nell'opera filmica di Tarantino. Anche questo suo vezzo di riscrivere la storia con "Inglorious Basterds", che gli ha fruttato non poche critiche: A lui sarebbe piaciuto vedere morire Hitler all'interno di un cinema in fiamme. E cosa o chi poteva vietargli di rappresentare in quel modo la fine di uno dei più pazzi dittatori della storia? Niente e nessuno. Il cinema è evasione, è fuga dalla realtà. E' qualcosa che non deve per forza rappresentare il reale. C'è chi scrive libri su gente che vola su una scopa e sparisce sotto mantelli dell'invisibilità. C'è Tarantino che fa morire Hitler crivellato di colpi di mitragliatrice in un cinema in fiamme. Dov'è il problema?
Mi sto forse dilungando troppo in quello che voleva solo essere un augurio di buon compleanno al mio regista preferito. Ma siccome ho deciso, scrivendo, di voler spiegare a chi avrà la voglia e la forza di leggere questo mio post il perchè a volte mi lascio un po' trasportare dall'entusiasmo nei suoi confronti, spero di aver fatto cosa ugualmente gradita.
Buon Quentin's Day a tutti!!!
Auguri di Buon Compleanno a quell'immenso, grandissimo, fottutissimo genio di Quentin Tarantino! Condivido con lui la passione per il western italiano e non soltanto! E presto, sono davvero certo, ci darà altri capolavori!
RispondiEliminaSì, anche perchè l'effetto Django Unchained sta svanendo, e sento puzza di crisi d'astinenza...
EliminaAuguri all'aMMoro mio *-*
RispondiEliminaChe bello leggere l'entusiasmo di chi lo aDDora dal profondo del cuore!
Mille di questi anni e di questi film, ovviamente!!
Quentin è il cinema. Non c'è altro da dire.
EliminaMagnifico questo post ! Tanti auguri al maestro.
RispondiEliminaGrazie!!! E ancora Buon Quentin's Day!!!
EliminaAuguri al più folle genio degli ultimi anni!
RispondiEliminaE speriamo ci regali presto qualche altro capolavoro, perché la crisi d'astinenza é dietro l'angolo!!!
Eliminasenza di lui forse non esisterebbe nemmeno il mio blog.
RispondiEliminacosa che probabilmente per il mondo non sarebbe nemmeno un così grosso male ahahah :)
Ma va, il tuo blog è tanto geniale quanto necessario. AVERCENE!!!
EliminaProbabilmente la sua "riscrittura della storia" in Inglorious Basterds è il punto più alto della sua filmografia :) Tarantino non è il mio regista preferito e contrariamente a te trovo la qualità delle sue pellicole piuttosto altalenante, ma è innegabile che abbia fatto grandissimi film... almeno tre sono nella top 50 degli ultimi 25 anni!
RispondiEliminaProbabilmente "Inglorious Basterds" è il suo film più "maturo" pur rimanendo nei suoi canoni di follia visionaria... Io però continuo sempre a vedere come "IL SUO CAPOLAVORO" Pulp Fiction, e anche "Le Iene" non è da meno. Jackie Brown, sempre spettacolare, ma gli manca quel non so che, forse perché unico film non scritto da lui. Molti dicono sia addirittura il più bello di tutti proprio per questo. Ma la vera forza di Tarantino sono sempre state le sceneggiature. Con Kill Bill è stato amore a prima vista. Una folgorazione!!! Inglorious Basterds e Django-Unchained sono altre due perle che vanno ancora "metabolizzate" per essere definitivamente chiamate "capolavori". Ma manca poco, molto poco affinché ciò avvenga.
EliminaJackie Brown è forse il più "classico" dei suoi film, capisco chi lo definisce il suo preferito... anche io l'ho fatto per qualche tempo, ora lo metterei in quarta posizione dopo Basterds, Le Iene e Pulp Fiction :)
EliminaAuguriiiiii in ritardo Quentin!!!
RispondiEliminaSi è sempre in tempo per augurare buon compleanno al Maestro!!!
RispondiEliminaQuentin è sempre Quentin, auguri di cuore, anche se qui glieli faccio in ritardo hehehe :) Il mio preferito resta Jackie Brown, seguito dai due Kill Bill :)
RispondiEliminaIo li adoro tutti i suoi film, ma il top del top per me rimane sempre Pulp Fiction!!! INARRIVABILE!!! :-) P.S. biglietti già in tasca per l'8 aprile...
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