Dopo circa quattro anni dalla sua ultima fatica (The hateful eight, 2015) Quentin Tarantino si è finalmente rimesso dietro la sua amata macchina da presa per continuare il suo viaggio attraverso i generi e le epoche del cinema.
Siamo infatti passati attraverso i gangster movie, kung fu movie, exploitation, blaxploitation, western, guerra, horror e chi più ne ha più ne metta. Per il suo ultimo (capo)lavoro, Quentin Tarantino confeziona un film che i più potrebbero definire atipico. Infatti Once upon a time...In Hollywood è un tributo che Tarantino fa a quel cinema che lo rese, intellettualmente e, in seguito, cinematograficamente, quello che è oggi. Nello stesso momento dimostra amore profondo verso le storie, i personaggi e le ambientazioni proprie della Hollywood sul finire degli anni '60, mantenendo sempre, però, lo sguardo alla realtà, alla cultura e agli avvenimenti di quel periodo. Il film praticamente ruota attorno a due soli personaggi: Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) e Cliff Booth (Brad Pitt), rispettivamente un attore ormai sul viale del tramonto e la sua controfigura con cui ha stretto un rapporto amichevole, quasi fraterno.
Sullo sfondo, l'America del 1969 sulla quale aleggia come uno spettro la figura di Charles Manson, la cui famigerata family sporcherà di sangue le pagine dei quotidiani di tutto il mondo e la vita senza pensieri di Sharon Tate (Margot Robbie), nei giorni che precedettero la sua prematura scomparsa. Pur non avendo una vera e propria trama, o meglio, data la non canonicità della stessa, Once Upon a time in... Hollywood riesce a non stancare mai, e questo grazie alla maestosità del duo di attori protagonisti, una colonna sonora come al solito leggendaria, ma soprattutto grazie al tocco magico e geniale di Tarantino che sembra non riuscire a sbagliare un'inquadratura neanche a volerlo, e, con i suoi dialoghi sempre frizzanti e coloriti, riuscirebbe a rendere interessante anche la lista della spesa. In 2 ore e 40 minuti di film Tarantino è riuscito a condensare tutto ciò che lo esaltava quando era un semplice commesso di videoteca, ma lo ha fatto con una maestria e una padronanza dei mezzi assolutamente senza eguali. Queste considerazioni sono maturate piano piano nei giorni successivi alla visione del film, insieme alla voglia di rivederlo una seconda e, perché no, anche una terza volta sempre al cinema, anche con l'intenzione di ampliare la sua analisi con una recensione successiva, un po' più spoilerosa di questa che, alla fine, è solo la mia opinione messa nero su bianco.
Posso solo chiudere con un consiglio, un ordine e un'ultima considerazione da impartirvi:
Il consiglio è di guardare il film possibilmente in lingua originale per godere appieno di ogni suo aspetto.
L'ordine è di rimanere seduti, inchiodati alla poltrona, durante i titoli di coda.
La considerazione è che questo film po56ttrebbe non piacere a tutti, nel senso che probabilmente il pubblico occasionale, attirato alla visione del film dai nomi altisonanti del cast e un trailer accattivante, potrebbe trovare Once upon a time in... Hollywood leggermente noioso e insignificante, soprattutto se si pone davanti al film con l'idea di stare per vedere un film alla Pulp Fiction.
Invece l'altra metà di pubblico, composta da cinefili duri e puri e fan tarantiniani d.o.c., si innamorerà di ogni sua singola sequenza, bramando una doppia, tripla, quadrupla visione al cinema, recependo l'atto d'amore (non volevo usarla questa espressione, ma non saprei come altro definire questo film) che è questo film verso il cinema stesso e verso chi il cinema, e in particolare quello di cui Tarantino si è fatto massimo latore, lo ama incondizionatamente.
Invece l'altra metà di pubblico, composta da cinefili duri e puri e fan tarantiniani d.o.c., si innamorerà di ogni sua singola sequenza, bramando una doppia, tripla, quadrupla visione al cinema, recependo l'atto d'amore (non volevo usarla questa espressione, ma non saprei come altro definire questo film) che è questo film verso il cinema stesso e verso chi il cinema, e in particolare quello di cui Tarantino si è fatto massimo latore, lo ama incondizionatamente.
Per ora mi esimo dal dare voti numerici alla pellicola, ma sappiate che solo a pensare di riguardarlo, mi batte forte il cuore.
Luca Cardarelli
Gran film. Io mi chiedo come possa essersi annoiata la gente a guardarlo...
RispondiEliminaHe was entirely right. This post actually made my day. arena of valor
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