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domenica 16 febbraio 2014

SMETTO QUANDO VOGLIO



Titolo originale: Smetto quando voglio;
Anno: 2013;
Paese: Italia;
Genere: commedia;
Durata: 100 min.;
Regia: Sydney Sibilia;
Sceneggiatura: Sydney Sibilia, Valerio Attanasio, Andrea Garello;
Cast: Edoardo Leo/Pietro; Valeria Solarino/Giulia; Stefano Fresi/Alberto; Valerio Aprea/Mattia; Paolo Calabresi/Arturo; Libero Di Rienzo/Bartolomeo; Lorenzo Lavia/Giorgio; Pietro Sermonti/Andrea; Neri Marcorè/Er Murena;
Voto: 7,5/10.


Ma che c'hai un cazzo in faccia?

Trama: Pietro, un ricercatore universitario specializzato in neurobiologia, vistesi chiuse le porte per una carriera universitaria da docente, a causa del più bieco "baronismo" universitario, scopre la ricetta per creare una droga sintetica simile all'MDMA ma perfettamente legale in Italia. Decide quindi di realizzarla e iniziare a venderla, formando una banda composta da suoi omologhi, laureati a pieni voti costretti a lavori di fortuna per tirare a campare.


Mi si è ribaltato il Coupet...

Incuriosito dal trailer, nonché attratto dal cast e dal tema "scottante", ho utilizzato l'ingresso free grazie alla 3 per gustarmi questo film italiano (molto raramente avviene ciò, sappiatelo). Ma "Smetto quando voglio" non è la solita commediola infarcita di rutti scoregge e pecorine cui, purtroppo, siamo abituati...
Nelle risate generali si trova anche spazio per la riflessione sul mercato del lavoro dell'ex Belpaese: vediamo infatti plurilaureati con tanto di master, pubblicazioni, encomi e via andare, rifiutati dalle aziende perché "troppo qualificati" (la scena in cui Sermonti cerca di nascondere "il suo errore di gioventù" - la laurea - per essere assunto come manovale è emblematica), che si ritrovano a fare i benzinai (i due latinisti impersonati da Aprea e Lavia), il truffatore (un sempre bravo Libero Di Rienzo, economista nel film), il sovrintendente a 500 euro al mese (Calabresi, archeologo) o il lavapiatti in un ristorante cinese (Fresi, chimico).


Benzina, Benzinae...


Sono laureato, ma è stato un piccolo errore di gioventù.

Una fotografia dunque impietosa del mondo dei "Choosy" di Forneriana memoria, che qui si trovano quasi obbligati ad infrangere la legge per avere quantomeno una vita dignitosa (anche se i guadagni derivanti dallo spaccio saranno altissimi, al di sopra di ogni più rosea aspettativa). 
Una sorta di "Romanzo criminale", ma senza quell'odiosa seccatura di morti ammazzati e infiltrazioni mafiose, con un tocco di Breaking Bad per cui il regista e sceneggiatore è stato accusato di plagio (anche se non ci vedo alcun male, soprattutto perché la cosa viene sottolineata dagli stessi protagonisti durante il film). In più si ride tanto, a volte anche per non piangere (la verità che si racconta nel film è raccapricciante). Le gag, condite da quell'accento romanesco che stavolta non stanca neanche un po', sono svariate e tutte divertentissime. Non ho notato cali di ritmo durante il film, anzi, ho apprezzato il modo spedito con cui Sibilia ha dato il via alla narrazione, con una scena girata alla perfezione e una voce fuori campo che ricorda molto quella di "Trainspotting" di Danny Boyle: un inizio col botto, insomma, in tutti i sensi.


Bart...olomeo.

Non so inoltre se sia stato fatto apposta, ma il personaggio interpretato da De Rienzo - Bartolomeo - porta lo stesso nome affibbiatogli in "Santa Maradona", all'epoca abbreviato in "Bart", e anche la personalità sembra essere la stessa: indagherò... 
Molto bello infine l'uso che Sibilia fa della fotografia, fatta di colori fluo abbaglianti che, come ha notato anche l'illustre collega Erica Bolla nella sua recensione, sembrano essere la percezione dell'occhio "fatto" di un consumatore di droghe sintetiche.
Il finale, per nulla scontato, segue la linea di tutto il film, quindi risulta agrodolce: ridi ma nello stesso momento hai come un macigno che ti arriva sull'osso del capocollo... 
No, non è la solita cialtronata italiana. Il lavoro di esordio di Sydney Sibilia è un'esilarante commedia che è degna di entrare nella top 10 del 2014 per quanto riguarda il cinema targato Italia. Da vedere, soprattutto per chi ha un futuro da membro del "Movimiento de los indignados".

6 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto parecchio... però da giorni mi rifrulla in testa una domanda: è davvero una gran bella commedia oppure, visti gli esiti disastrosi che ha preso il filone 'commedia' in Italia, ogni film che si eleva appena un po' sopra la mediocrità ci appare come un capolavoro?

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    1. Beh, vince in partenza con roba tipo "stai lontana da me" o tutti i cinepanettoni che ci propinano annualmente. Non è cinema d'autore, come potrebbe essere una commedia di Ozpetek, ma diciamo che il livello è abbastanza alto. Capolavoro no, ma bel film sì!!! :-)

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  2. Felice Karda di questa segnalazione..
    L'andrò a vedere senza alcun dubbio..grazie!::))

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    1. Attendo un tuo responso. Spero che le mie impressioni vengano confermate...

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  3. Il Film del "cazzo" Non so quante volte viene ripetuta questa parola. Non è divertente per niente, è inverosimile, dei laureati avrebbero un linguaggio un pò più forbito. Neppure dal punto di vista fotografico è intereessante, insomma un film da non vedere

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    1. Caro "unknown", mi spiace che tu non l'abbia apprezzato. Qui si accettano tutte le opinioni, siamo aperti al dialogo costruttivo. Se magari argomentassi un po' di più i tuoi giudizi...

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