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martedì 1 aprile 2014

LEI


Titolo originale: Her.
Anno: 2013;
Paese: USA.
Durata: 126 min.
Genere: Drammatico/Fantascienza/Sentimentale.
Regia: Spike Jonze.
Soggetto/Sceneggiatura: Spike Jonze.
Cast: Joaquin Phoenix/Theodore Twombly; Scarlett Johansson/Micaela Ramazzotti/Samantha (Voce); Amy/Amy Adams; Rooney Mara/Catherine; Olivia Wilde/Amelia; Chris Pratt/Paul; Portia Doubleday/Isabella;
Trama: Theodore è un ghostwriter di lettere (di qualsiasi tipo, da quelle di condoglianze a quelle d'amore) distrutto a causa della fine del suo felice matrimonio con Catherine. Non riesce a voltare pagina, infatti continua a procrastinare la firma dei documenti per il divorzio, vivendo nel ricordo dei giorni felici passati con lei fino al lento logoramento che ha portato alla crisi e alla separazione. La vita scorre e lui fa sempre più fatica ad allacciare nuove amicizie, per non parlare di relazioni più profonde con chicchessia. E' completamente assorto nell'uso della tecnologia, anche per quel che riguarda il sesso occasionale. Un giorno scopre l'esistenza di un sistema operativo basato su Intelligenza artificiale capace di evolversi intellettualmente e se ne procura subito una copia, che, subito dopo l'installazione sul pc di Theodore, prende vita (virtualmente) e si autobattezza "Samantha". Sarà l'inizio di una bizzarra storia d'amore. 
Voto: 5/10


Premessa: da novembre (quando il film fu presentato a Roma) ad oggi avrò letto un milione di recensioni strapositive riguardo a questo film che quest'anno ha anche vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Dunque avevo grosse aspettative: non avevo infatti che letto elogi a Jonze (regia) e a Phoenix (protagonista).


Se dal punto di vista tecnico ho poco o nulla da rimproverare a Jonze (e chi sono io per farlo?) dal punto di vista narrativo non ho riscontrato in "Lei" tutta questa meraviglia raccontata da tutti. Ormai pullula di film che narrano di persone sole, che rifiutano i rapporti umani perché scottati dalla perdita forzata dell'amore. Spike Jonze muove una critica nemmeno troppo velata alla società di oggi, mascherata da società di un futuro non troppo remoto in cui le persone tendono ad isolarsi allacciando relazioni virtuali con gadget tecnologici o, come nel caso di Theodore, con entità digitali fatte di sola voce ed intelligenza artificiale (Samantha). Jonze crede di scavare nel profondo dell'anima di Theodore, ma ciò che in realtà fa è presentarci un nerd/hipster che vive in mezzo ad altrettanti nerd/hipster, innamorato del suo I-phone perché scottato dalla fine del matrimonio con Catherine.


Il tutto condito da una noia infinita fatta di sguardi ebeti e dialoghi che mi sono sembrati al limite del ridicolo, senza arrivare mai ad un punto fermo, finale compreso.

12 commenti:

  1. evidentemente non avevi letto la mia, di recensione... :)

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    1. Effettivamente me l'ero persa... Ma ora che l'ho letta mi sento sollevato perché c'è qualcuno anche dall'altra parte della barricata con me... :-)

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    1. Ebbene sì. Mi ha spiazzato. In alcuni frangenti mi è calata la palpebra di brutto (e non avevo mangiato pesante).

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    1. No no, nessun pesce d'aprile... Purtroppo l'unica emozione che mi ha dato questo film, se così si può definire, è la noia, mescolata in un brodino tiepido alla tristezza. Non fa per me, in questo momento.

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  4. Ecco, la noia no...però anche io...vabbè ne riparleremo domani dalle mie parti...

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  5. sul tema,ho trovato molto interessante Thomas in love,un film belga di 13 anni fa più o meno

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  6. a breve lo dovrei vedere pure io, vediamo se mi piace :)

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