Durante il breve incontro con la stampa in vista dell'imminente uscita di TIRAMISÙ, il regista e sceneggiatore Fabio De Luigi, qui al suo esordio, accompagnato per l'occasione dalla co-protagonista del film Vittoria Puccini, ci ha raccontato, tra le altre cose, come è stato passare alternativamente da davanti a dietro la Macchina da presa e di cosa ci vuole raccontare con questa sua pellicola. Ecco come è andata.
Quella che leggerete è una breve intervista collettiva che ha visto la partecipazione alternata di diversi altri blogger (che ringrazio) oltre a quella di chi scrive.
Fabio, da esordiente, c'è qualcosa che ti ha ispirato per la scrittura e la direzione di Tiramisù, o è nato tutto da te?
No, ispirazioni particolari non ne ho avute, Tiramisù mi è nato dentro e poi, man mano che procedevo con la scrittura, le idee venivano fuori quasi da sole, in maniera molto naturale. Mi premeva innanzitutto fare le cose per bene. Qualcuno, non ricordo bene chi, diceva che "a far bene o a far male qualcosa si impiega lo stesso tempo". Tanto vale, dunque, cercare di farla bene, no? (ride). L'attenzione io ce l'ho messa: più di così non avrei saputo fare.
Da cosa è nata la decisione di sceglier Vittoria Puccini come tua partner nel film?
- Vittoria, nel frattempo, ruba il microfono a Fabio e risponde al suo posto - Mi sono imposta io! Gli ho detto "O scegli me, o finisce male" (ride).
Fabio aggiunge: Esatto, è andata così. Scherzi a parte, lei era quella che meglio si adattava al ruolo alla parte di Aurora, personaggio dolce e sobrio ma allo stesso tempo risoluto e tutto d'un pezzo.
Vittoria, come ti sei trovata "diretta" da fabio?
Bene, perché Fabio, in quello che fa, ci mette molta passione. Sia come artista, come regista, come attore...
Fabio, come ti è venuta in mente l'idea del tiramisù?
Mi piaceva il fatto che un dolce così semplice potesse cambiare la vita ad una persona destinata, altrimenti, a continui fallimenti, sia in campo lavorativo, che affettivo. Il dolce lo tira su, ma lo tira anche giù, come vedrete nel film.
Fabio, come è stato "dirigersi"? Quali differenze hai trovato rispetto alla tua esperienza da semplice attore, diretto da qualcun altro?
Devo dire che ho corso tantissimo!!! Ma allo stesso tempo mi sono preso anche tutto il tempo necessario per riflettere su come poter soddisfare sia me, che sono molto pignolo in tutto, che coloro i quali hanno deciso di fidarsi ciecamente di me. Io sono l'attore che mi ha fatto più penare, comunque. Fortunatamente avevo al mio fianco dei validi aiutanti, non solo in campo registico, che mi hanno reso tutto più facile. (al che Vittoria fa un cenno di conferma).
Vittoria, solitamente ti vengono affidati ruoli molto drammatici. Anche in un film scanzonato come Tiramisù hai impersonato il personaggio forse più serioso e meno comico tra tutti...
- Vittoria mi risponde interrompendomi durante la formulazione della domanda - Sì, ma io mi diverto a partecipare alle commedie e ringrazio Fabio che me ne ha data l'opportunità. Infatti Aurora, all'interno di questa divertente commedia, è forse il personaggio maggiormente drammatico tra tutti. Personaggio che, comunque, mi calza a pennello, anche in forza alle mie precedenti esperienze in veste di attrice drammatica. Sono felice di questa opportunità perché a me piace molto sperimentare, e mi piace il fatto che Fabio abbia affrontato una sorta di scommessa affidandomi un ruolo per me così nuovo e inconsueto.
Luca Cardarelli
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