Anno: 2013
Durata: 97 min
Durata: 97 min
Paese: Usa/Canada
Regia: Nimrod Antal
Protagonisti: Lars Ulrich/se stesso, James Hetfield/se stesso, Kirk Hammett/se stesso, Robert Trujillo/se stesso, Dane De Haan/Trip.
Voto: 10/10
Voto: 10/10
Posso dire, dopo giovedì 24 ottobre
2013, di aver assistito in tutta la mia vita a 4 concerti dei Metallica: Imola
2006, Assago 2009, Rho 2011 e Vancouver 2013. Sì, perché Through the never non
è altro che un concerto dei Metallica svoltosi nel Superdome di Vancouver,
attorno al quale succede l’ira di Dio. Posso sostenere di aver partecipato
attivamente a quel concerto, avendo assistito al film diretto da Nimrod Antal
(già regista di Vacancy e Predators) in modalità IMAX 3D. La suddetta
tecnologia ti permette di sentirti sul palco insieme ai 4 eroi di San
Francisco, tanto da farti venire la voglia di alzarti dalla poltrona e tentare
di abbracciarli uno per uno: Lars, James, Robert e Kirk. The Four Horsemen (che è
anche il titolo di una traccia che purtroppo sono soliti non suonare nei loro
Shows).
Ma "Through the never" non è solo concerto. La musica appoggia una storia, e questa storia, a sua volta, appoggia la musica, il tutto in un mix esplosivo di metal e scene apocalittiche che vedono protagonista un “roadie” (ragazzo tuttofare che le Crew d’accompagnamento alle Band sono solite assumere per svolgere mansioni più o meno “convenzionali”: da portare le pizze a montare/smontare attrezzature varie) di nome “TRIP” (mai nome fu più azzeccato) interpretato dal giovane Dane De Haan (che è attualmente nella sale anche con “Kill your darlings-Giovani Ribelli” e che avevamo già visto in "The Chronicle"). Il film è qualcosa di molto simile ad un “viaggio” psichedelico in un mondo pre e post apocalittico. Ovviamente le scene del concerto sovrastano quelle “in esterna”, ma le canzoni sono sempre collegate agli avvenimenti che travolgono il roadie, mandato dal capo a fare una commissione in un punto non precisato della città servendosi di un malandatissimo furgone datogli in affido. Il film inizia con “Ecstasy of gold” di Morricone, che apre sempre i concerti dei Metallica, seguita, come sempre, da “Creeping death”. Solo pensarci mi fa venire la pelle d’oca e mi strappa sempre qualche lacrimuccia, anche per i ricordi che mi evoca.
Ma "Through the never" non è solo concerto. La musica appoggia una storia, e questa storia, a sua volta, appoggia la musica, il tutto in un mix esplosivo di metal e scene apocalittiche che vedono protagonista un “roadie” (ragazzo tuttofare che le Crew d’accompagnamento alle Band sono solite assumere per svolgere mansioni più o meno “convenzionali”: da portare le pizze a montare/smontare attrezzature varie) di nome “TRIP” (mai nome fu più azzeccato) interpretato dal giovane Dane De Haan (che è attualmente nella sale anche con “Kill your darlings-Giovani Ribelli” e che avevamo già visto in "The Chronicle"). Il film è qualcosa di molto simile ad un “viaggio” psichedelico in un mondo pre e post apocalittico. Ovviamente le scene del concerto sovrastano quelle “in esterna”, ma le canzoni sono sempre collegate agli avvenimenti che travolgono il roadie, mandato dal capo a fare una commissione in un punto non precisato della città servendosi di un malandatissimo furgone datogli in affido. Il film inizia con “Ecstasy of gold” di Morricone, che apre sempre i concerti dei Metallica, seguita, come sempre, da “Creeping death”. Solo pensarci mi fa venire la pelle d’oca e mi strappa sempre qualche lacrimuccia, anche per i ricordi che mi evoca.
E poi si continua
con “For whom the bell tolls” e “Ride the Lightning”, e poi ancora “Master of
Puppets”, “Fuel”, “Wherever I may roam”, “One”, “And justice for all”,
“Nothing else Matters”, “Memory remains”, “Enter Sandman”, “Battery” (che mi fa
sempre impazzire) “Hit the lights” e, per finire, sui titoli di coda, con quel
supercapolavoro di “Orion”. E il roadie? Quel povero ragazzo di Trip si
ritrova in mezzo ad una rivolta comandata da un uomo mascherato a cavallo che
impicca la gente ai lampioni della città e che poi dirige la propria furia
sullo stesso Trip.
Questa figura è assimilabile al "Master of Puppets" dell'omonimo storico pezzo che dà anche il nome all'album del 1986, secondo il me più bello della band.
Per la scenografia di questo film-concerto
i Metallica si sono affidati a Mark Fisher, lo storico scenografo che ha
lavorato con i Pink Floyd per la realizzazione di “The Wall”, ma anche con Band
come Rolling Stones e U2, insomma, non un novellino. Sul palco vediamo
grandiosità quali gli impianti luci a forma di Bara prese dal tour di “Death
Magnetic”, la sedia elettrica circondata da 4 impianti Tesla che producono
scariche elettriche simili ai fulmini che possiamo ammirare nella copertina di
Ride the Lightning, una gigantesca statua dedicata a “Lady Justice” presente
sulla copertina di “And Justice for all”, per finire con le croci illuminate
che spuntano sul palco durante l'esecuzione di "Master of Puppets" a
richiamare la copertina dell'omonimo album.
Ed è anche questo che mi fa
propendere per giudicare “Through the never” un piccolo grande capolavoro
musical-cinematografico nonchè scenografico. Se, come me, lo guarderete in
modalità “IMAX 3D”, portatevi dietro i tappi per le orecchie perché sarà come
andare a vedere un concerto vero con biglietti in prima fila.
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