Visualizzazioni totali

Sezioni

mercoledì 30 ottobre 2013

ESCAPE PLAN - FUGA DALL'INFERNO





Titolo originale: Escape Plan
Paese: USA
Anno: 2013
Durata: 105 min
Regia: Mikael Hafstrom
Protagonisti: Sylvester Stallone/Ray Bresling; Arnold Schwarzenegger/Emil Rottmayer; Jim Caviezel/Willard Hobbes; Vincent D'onofrio/Lester Clark; Amy Ryan/Abigail Ross; Curtis "50 cent" Jackson/Hush; Sam Neill/Dr. Kyrie.
Voto: 3 (perchè mi stanno simpatici gli attori). 


Trama: Bresling è un collaudatore di carceri di massima sicurezza. Di mestiere lui tenta di evadere e ci riesce quasi sempre. Fino a che Hobbes, il direttore cattivone alla Donald Sutherland (gli sarebbe piaciuto) non se ne viene fuori con questo suo carcere ipermegatecnologico da cui è pressocchè impossibile evadere. 
Pensavo di andare a vedere un film dall'alto tasso di tamarraggine e quindi ero bello carico, tipo in versione "pre Fast & Furious". E invece Escape Plan - Fuga dall'inferno è un filmettino tranquillo tranquillo, in cui sai già come si dipanerà la storia ancor prima che entri nel vivo dell'azione (si fa per dire). 
Dall'accoppiata di forzuti ultrasessantenni, infatti, mi aspettavo molto di meglio che un'accozzaglia di film scopiazzati da "Fuga da Alcatraz" fino a "Sorvegliato speciale", passando anche per Mc Giver, condita da scene inutili, dialoghi al limite del grottesco, risse, luoghi comuni, buonismo americano (rimane comunque il fatto che per gli Yankees l'unico musulmano buono è il musulmano morto, o morente) ed un colpo di scena che mia moglie, in sala, mi ha spoilerato un'ora prima che accadesse (quel portento di mia moglie si diverte, sempre, a cercare indovinare i finali dei film. Il problema è che raramente, molto raramente, sbaglia). 
Ammetto di non conoscere il background cinematografico nè del regista, Hafstrom, nè degli sceneggiatori (Miles Chapman e Jason Keller). Ma non pensavo di dover commentare un film così tanto mediocre, da essere degno di cancellazione dalla mia memoria nel giro di due giorni (infatti mi devo sbrigare a scrivere).
Sia ben chiaro che non mi aspettavo di assistere a chissà quale capolavoro, ma con un cast come quello è lecito, se non obbligatorio, esigere quantomeno un film decente, tendente al carino. 


Qualche sorriso me lo ha anche strappato, ma è ben poca cosa. Le guardie mascherate erano una bella trovata, ma probabilmente erano mascherate per nascondere la vergogna sui loro volti per non riuscire a colpire neanche per sbaglio un bersaglio a 5 metri di distanza (per altro con fucili di precisione), mentre i nostri eroi, in volo carpiato rovesciato, con delle semplici pistole, riuscivano sempre a colpire e ad uccidere. E poi ci sono gli espedienti alla Mc Giver. Un sestante fatto con degli occhiali, una cannuccia e un pezzo preso da una flebo, o lo svitamento di bossoli d'acciaio per mezzo del calore di lampade potentissime collocate nelle celle d'isolamento, secondo la stessa tecnica per mezzo della quale io bruciavo le formiche ai giardinetti quando ero bambino. 
La figura di Hobbes, il direttore del carcere, vorrebbe in parte riprendere quella del direttore cattivone di "Sorvegliato Speciale", ma si rivela, un po' per colpa di un troppo sotto tono Caviezel, un po' per come è stato scritto il personaggio, piatto e trasparente. Il medico, un altrettanto sotto tono Sam Neill (che ho molto apprezzato in Jurassic Park e nella serie tv "Alcatraz", neanche a farlo apposta), anche lui si rivela un personaggio fantoccio, il cui unico scopo, alla fine, è quello di permettere a Stallone di procurarsi degli oggetti per la fabbricazione del sestante. L'aiutante del Direttore è il solito idiota, come tutti gli aiutanti dei cattivi dei film. Gli unici a cavarsela un po' sono i due protagonisti, ma è comunque troppo, troppo poco.  
Come se non bastasse la storia è alquanto lacunosa e lascia in sospeso molti argomenti che vengono trattati durante il film: per esempio il cattivone che tutti cercavano, Mayem, dipinto come un Robin Hood dei giorni nostri, chi è? Dov'è? Perchè si smette di parlare di lui a mezz'ora dalla fine del film? Le scene dell'evasione sono molto confuse, non si capisce cosa succeda. Come dire: non facciamo capire nulla che tanto conta solo il risultato...


Approssimativo, poco originale, confuso e anche un po' noioso. Questo è Escape Plan. 
Sconsiglio vivamente di andare a guardarlo. Piuttosto prendetevi il dvd di "Fuga da Alcatraz" e guardatevelo belli comodi in poltrona con una bella birretta ghiacciata.


domenica 27 ottobre 2013

Django Unchained





Titolo originale: Django Unchained. 
Anno: 2012
Paese: USA
Durata: 170 min ca
Regia e sceneggiatura (premio Oscar): Quentin Tarantino  
Protagonisti: Jamie Foxx/Django, Christoph Waltz/Dr. Schultz, Leonardo Di Caprio/Mr. Candy, Carrie Washington/Broomhilda, Samuel Lee Jackson/Stephen Don Johnson/Big Daddy. Con la partecipazione straordinaria di Franco Nero/Amerigo Vassepi.  
Musiche di Luis Bacalov, Ennio Morricone (ed Elisa Toffoli).



Django Unchained l'avevo visto solo una volta, al cinema, e stavo pure malissimo, tant'è che il giorno dopo è stato il primo di 21 giorni di ospedale. Da allora ho evitato di riguardarlo per i pessimi ricordi legati a quel periodo (febbraio 2013). Dopo aver ricevuto il bluray in regalo l'ho tenuto fuori dalla mia portata fino a ieri sera. L'ho preso dal cantuccio in cui era stato relegato, l'ho scartato e l'ho messo nel lettore. Quasi tre ore di film. Ho pensato: "Sicuramente non riuscirò a rimanere sveglio dato che quel maledetto divano è il miglior alleato di Morfeo che io conosca". E invece no. Ho visto questo western "non convenzionale" scritto e diretto dal genio Quentin Tarantino tutto di un fiato, senza che la mia palpebra pensasse neanche per un secondo di poter calare, nonostante il maledetto divano. Beh, devo dire che anche questo, se non è un capolavoro, ci assomiglia tantissimo. 


Personaggi ed interpreti straordinari, storia bellissima e citazionismo (come sempre nei film di Tarantino) a manetta, ma che non dà fastidio, anzi, impreziosisce ulteriormente la pellicola. 


Amore, violenza, vendetta e crudeltà i temi principali a condensare in un unico film 20 anni di esperienza del regista, con l'aggiunta di ingredienti vecchia maniera a richiamare, tra i tanti il grande Maestro Sergio Leone, a mio avviso il miglior autore che il genere western abbia mai conosciuto. Una colonna sonora da Oscar, una regia da Oscar (è stata premiata solo la sceneggiatura), ogni singolo attore tra i protagonisti avrebbe meritato una statuetta (e non solo Waltz). Non riesco a trovare un solo difetto a questa ennesima dimostrazione di bravura di Tarantino. 


Attendo una sua nuova creazione sperando di poter scrivere le stesse entusiastiche parole.


sabato 26 ottobre 2013

Through the never 3D



Titolo originale: Through the never 3D
Anno: 2013
Durata: 97 min
Paese: Usa/Canada
Regia: Nimrod Antal
Protagonisti: Lars Ulrich/se stesso, James Hetfield/se stesso, Kirk Hammett/se stesso, Robert Trujillo/se stesso, Dane De Haan/Trip.
Voto: 10/10


Posso dire, dopo giovedì 24 ottobre 2013, di aver assistito in tutta la mia vita a 4 concerti dei Metallica: Imola 2006, Assago 2009, Rho 2011 e Vancouver 2013. Sì, perché Through the never non è altro che un concerto dei Metallica svoltosi nel Superdome di Vancouver, attorno al quale succede l’ira di Dio. Posso sostenere di aver partecipato attivamente a quel concerto, avendo assistito al film diretto da Nimrod Antal (già regista di Vacancy e Predators) in modalità IMAX 3D. La suddetta tecnologia ti permette di sentirti sul palco insieme ai 4 eroi di San Francisco, tanto da farti venire la voglia di alzarti dalla poltrona e tentare di abbracciarli uno per uno: Lars, James, Robert e Kirk. The Four Horsemen (che è anche il titolo di una traccia che purtroppo sono soliti non suonare nei loro Shows). 



Ma "Through the never" non è solo concerto. La musica appoggia una storia, e questa storia, a sua volta, appoggia la musica, il tutto in un mix esplosivo di metal e scene apocalittiche che vedono protagonista un “roadie” (ragazzo tuttofare che le Crew d’accompagnamento alle Band sono solite assumere per svolgere mansioni più o meno “convenzionali”: da portare le pizze a montare/smontare attrezzature varie) di nome “TRIP” (mai nome fu più azzeccato) interpretato dal giovane Dane De Haan (che è attualmente nella sale anche con “Kill your darlings-Giovani Ribelli” e che avevamo già visto in "The Chronicle").  Il film è qualcosa di molto simile ad un “viaggio” psichedelico in un mondo pre e post apocalittico. Ovviamente le scene del concerto sovrastano quelle “in esterna”, ma le canzoni sono sempre collegate agli avvenimenti che travolgono il roadie, mandato dal capo a fare una commissione in un punto non precisato della città servendosi di un malandatissimo furgone datogli in affido. Il film inizia con “Ecstasy of gold” di Morricone, che apre sempre i concerti dei Metallica, seguita, come sempre, da “Creeping death”. Solo pensarci mi fa venire la pelle d’oca e mi strappa sempre qualche lacrimuccia, anche per i ricordi che mi evoca. 
E poi si continua con “For whom the bell tolls” e “Ride the Lightning”, e poi ancora “Master of Puppets”, “Fuel”, “Wherever I may roam”,  “One”, “And justice for all”, “Nothing else Matters”, “Memory remains”, “Enter Sandman”, “Battery” (che mi fa sempre impazzire) “Hit the lights” e, per finire, sui titoli di coda, con quel supercapolavoro di “Orion”.  E il roadie? Quel povero ragazzo di Trip si ritrova in mezzo ad una rivolta comandata da un uomo mascherato a cavallo che impicca la gente ai lampioni della città e che poi dirige la propria furia sullo stesso Trip. 



Questa figura è assimilabile al "Master of Puppets" dell'omonimo storico pezzo che dà anche il nome all'album del 1986, secondo il me più bello della band. 


Per la scenografia di questo film-concerto i Metallica si sono affidati a Mark Fisher, lo storico scenografo che ha lavorato con i Pink Floyd per la realizzazione di “The Wall”, ma anche con Band come Rolling Stones e U2, insomma, non un novellino. Sul palco vediamo grandiosità quali gli impianti luci a forma di Bara prese dal tour di “Death Magnetic”, la sedia elettrica circondata da 4 impianti Tesla che producono scariche elettriche simili ai fulmini che possiamo ammirare nella copertina di Ride the Lightning, una gigantesca statua dedicata a “Lady Justice” presente sulla copertina di “And Justice for all”, per finire con le croci illuminate che spuntano sul palco durante l'esecuzione di "Master of Puppets" a richiamare la copertina dell'omonimo album. 


Ed è anche questo che mi fa propendere per giudicare “Through the never” un piccolo grande capolavoro musical-cinematografico nonchè scenografico. Se, come me, lo guarderete in modalità “IMAX 3D”, portatevi dietro i tappi per le orecchie perché sarà come andare a vedere un concerto vero con biglietti in prima fila.





giovedì 17 ottobre 2013

CATTIVISSIMO ME 2


Titolo Originale: Despicable Me 2
Anno: 2013.
Durata: 120 min ca 
Paese: USA
Regia: Pierre Coffin - Chris Renaud 
Casa di Produzione: Illumination Entertainment
Protagonisti (doppiatori americani/doppiatori italiani/personaggi doppiati): Steve Carell/Max Giusti/Gru; Kristen Wiig/Arisa/Lucy Wylde; Benjamin Bratt/Neri Marcorè/El Macho. 
Voto: 10/10
Trama: un non meglio specificato "cattivo" brevetta una pozione della malvagita che, una volta ingerita, rende cattivissimi. Decide dunque di rapire i Minions per piegarli ai suoi voleri. Ma Gru e la sua Partner Lucy tenteranno di impedire che ciò avvenga.

  
Non sono solito recensire, o meglio, commentare film di animazione, ma in questo caso mi vedo costretto dagli eventi a fare un'eccezione. Trattasi infatti di un film eccezionale. Non tanto per la trama, ma per la quantità industriale di risate che mi ha fatto fare dalla prima all'ultima scena, titoli di coda compresi. Cattivissimo Me 2 è qualcosa di mai visto. Una storia, come anticipato, tutt'altro che originale o "nuova", ma ci sono loro: i minions, che sono i veri e propri protagonisti di questo secondo capitolo. Ne combinano di tutti i colori, ma a fin di bene. E cambiano anche colore (molti di loro, non tutti). Diventano malvagi, per poco, ma sono esilaranti anche così. Il film ruota attorno a loro. Certo, anche Gru e le 3 bambine sono al centro delle vicende, ma vengono sovrastati pesantemente da questi piccoli e petulanti esserini gialli, talmente divertenti da sperare che il film duri il più possibile, perché di tutte quelle risate non si riesce mai ad essere sazi.
Un'altra particolarità di "Cattivissimo Me 2" sono le citazioni di altri film/telefilm sparse nelle circa due ore di durata della pellicola. Non sto qui ad elencarle, perché toglierei il gusto di trovarle a chi ancora non avesse guardato questa meraviglioso film. Solo una cosa: sono tantissime e divertentissime!!!

Per me è uno dei più bei film di animazione degli ultimi anni, se non il più bello in assoluto.


lunedì 14 ottobre 2013

IL CACCIATORE DI DONNE



Titolo Originale: The frozen ground.
Anno: 2013.
Durata: 100 min ca 
Paese: USA
Regia: Scott Walker (anche autore di soggetto e sceneggiatura).
Protagonisti: Nicolas Cage/Jack Halcombe; John Cusak/Robert Hansen; Vanessa Hudgens/Cindy Paulson.
Voto: 7/10

Trama: tratto da una storia (purtroppo) vera. Alaska, anni 80: Jack Halcombe, che è in attesa di smettere i panni da sbirro per trasferirsi altrove con la famiglia, riapre e guida le indagini per braccare Robert Hansen, uno psicopatico quanto animalesco serial killer che raccatta sin dagli anni 70 prostitute per torturarle, ucciderle e poi seppellirle in un luogo desolato dell'Alaska. Una di loro, Cindy Paulson, però riesce a fuggire...


Un film che ti lascia a bocca aperta non tanto per le immagini cruente o chissà cosa,  ma tanto per il numero spropositato di vittime disseminate qua e là per l'Alaska dal "Cacciatore di donne" Robert Hansen. La vicenda viene mostrata per quello che è realmente stata, ma basta rimanere a guardare le foto che scorrono durante i titoli di coda per sentire un senso di angoscia che ti stringe le budella fino a farle implodere. Come può una persona, pur malata di mente come Hansen, poter anche solo pensare di trattare in quel modo delle donne e/o ragazzine? L'insanità mentale non giustifica tali efferate atrocità. E tutto ciò tenta di farcelo capire Scott Walker con il suo "Frozen Ground" (terreno ghiacciato), che è sì il luogo dove venivano seppellite le giovani donne, ma sta anche a rappresentare l'essenza dell'assassino, colui che, si dice, "ha ammazzato a sangue freddo". Cage per una volta è salito sopra la sufficienza per la sua recitazione (la sua monoespressività, per una volta, si è dimostrata una sorta di punto di forza). Cusak perfetto nell'impersonare la bestia. E la Hudgens, già ammirata in "Springbreakers", adattissima nel ruolo della ragazzina disadattata costretta "dalla vita" a battere e, suo malgrado, ad avere a che fare con gente di malaffare come Hansen. Piccolo cammeo anche per 50 Cent nel ruolo di un pappone che aiuta, involontariamente, la Paulson a sfuggire dalle grinfie del cacciatore.


Il film inizia subito in maniera frenetica per rallentare, molto, nella sua parte centrale, per poi impennarsi nuovamente nel finale, non annoiando mai lo spettatore e tenendolo sempre col fiato sospeso  fino all'ultimissima scena (nel caso in cui, questi non si fosse documentato  precedentemente sulla vicenda narrata). E poi le strazianti foto finali. Ottimo film, ottima regia, fotografia che riporta direttamente agli anni 80 ed eccellenti performances attoriali (Cusak e Hudgens su tutti, ma anche Cage se la cava).

domenica 6 ottobre 2013

WHITE HOUSE DOWN - SOTTO ASSEDIO





Titolo Originale: White House Down.
Anno: 2013.
Durata: troppo. 
Paese: IUESSEI.
Regia: Roland "vienegiùtutto" Emmerich.
Protagonisti: Jamie Foxx/il Presidente Sawyer; Channing Tatum/John Cale; Joey King/Emily Cale; Maggie Gyllenhaal/Alice Dawson; James Woods/Martin Walker.
Voto: 4/10




Trama (no spoiler): Guardatevi Attacco al potere e sostituite i coreani con un gruppo paramilitare composto da mercenari e fate fare al PRESIDENTEDEGLISTATIUNITID'AMERICA un po' di battute simpatiche mentre, invece di starsene bello comodo nel Bunker, gira scortato dall'eroe di turno per la Casa Bianca tra bombe, proiettili vaganti e terroristi idioti.




Ero molto combattuto sull'andare a vedere o meno questo film di Roland Emmerich, regista specializzato in film catastrofici quali Indipendence day (che ho adorato, mettiamolo bene in chiaro), The day after tomorrow (che mi è piaciucchiato) e 2012 (giudizio tecnico: 'nammerda). Approfittando della promozione 3, non avendo di meglio da vedere, mi sono recato con la mia gentil consorte nella multisala più affollata d'Europa per godermi questa ennesima catastrofe Ammereeegana Emmerichiana. Orbene. Come tutti, ma proprio tutti i film di Emmerich, il film inizia con una breve descrizione dei personaggi chiave del film e da subito si capisce chi sarà il traditore. Subito, ovvero dopo il primo primo piano del personaggio in questione Fino all'ultimo ho provato a sperare in un colpo di scena, tipo: "ha organizzato tutto la figlia di Tatum" o "ha organizzato tutto il presidente stesso". E invece no, avevo indovinato e quindi ho passato il tempo ad immaginare il momento in cui il traditore si sarebbe rivelato... E ho indovinato anche quel dettaglio.
Certo, essendo un film di Emmerich uno si aspetta quantomeno degli effetti speciali superfantasmagorici, e invece, incredibilmente, ad un certo punto mi è sembrato di assistere uno dei peggiori Mockbuster dell'Asylum... E poi i terroristi: armati fino ai denti, con le armi più sofisticate di questo mondo, alcuni ex-militari stellati, che non riescono a centrare un obiettivo in movimento da 5 metri... E vige sempre la regola dell'uno alla volta, sia coi pugni che con i mitra... Mancavano solo i numeretti del macellaio... Non manca nemmeno l'autocitazione: c'è un tour della Casa Bianca per turisti, al quale partecipa la figlia di Tatum che nel frattempo ha un colloquio con Rach... ehm Alice per entrare a far parte dei servizi segreti. Ad un certo punto la guida si ferma ed esclama: "E questa è l'ala della Casa Bianca che avete visto esplodere in "Independence Day"... Volevo uscire dalla sala... Siccome nei primi 5 minuti di film avevo già capito come si sarebbe dipanata la matassa, ho iniziato a fantasticare sulla morte della sorella di Donnie Darko. Perchè quella deve morire. Sempre. Non sapete quanto ho ringraziato Joker in "The Dark Knight" per averla fatta fuori. Anche perchè, nome a parte, il personaggio di Alice è uguale in tutto e per tutto a quello di Rachel. E quindi, giustamente, speravo che sarebbe morta ad un certo punto. E invece no. Sopravvive fino ai titoli di coda...


Non manca nemmeno il discorso "motivazionale" del presidente. E non mancano neanche gli "encomi" di tutti i capi di governo mondiali (Iraniano incluso) alla fine della vicenda nei confronti del presidente. Insomma, un film di Emmerich, patriottico e impastato di buoni sentimenti, ma anche umorismo (e alcune scene fanno effettivamente sorridere: Il presidente dice: "Farò tutto quello che fai tu" - segue acrobazia di Tatum - e poi aggiunge "Questa col cazzo che la faccio". Risate. O "giù le mani dalle mie Jordan". Risate. "Ho perso il lanciarazzi". Risate). Ma anche risate per il film in sé (scene idiote e senza senso, come le sparatorie o quell'esplosione vilentissima in cui Tatum si rannicchia dietro un leggio presidenziale a 3 metri dal punto in cui l'eslplosione avviene e non si fa nemmeno un graffietto). Il solito film in cui il bene vince sul male, blablablabla, Il mondo è tutto unito blablablabla ci vogliamo tutti bene, blablablblablablablabla.
Salvo solo il ritmo incalzante (nella seconda parte del film), le battute di Jamie Foxx.
Il resto è da dimenticare, e anche alla svelta.