“Anche allora, all’inizio,
ridevano.”
La Storia ci ha insegnato che le
peggiori tragedie che hanno travolto l’umanità sono quasi sempre nate dalla
poca importanza data agli eventi che ne sono stati forieri. Una di queste ha
visto noi Italiani assoluti protagonisti: la Dittatura, nota anche come il
Ventennio Fascista, generata dalla scellerata elezione a capo del Governo di
Benito Mussolini, meglio conosciuto come il DVCE. “Quando c’era LVI i treni
arrivavano in orario”, “Quando c’era LVI funzionava tutto alla perfezione”,
“Quando c’era LVI... ecc ecc”. Quante volte abbiamo sentito queste
argomentazioni da chi, nostalgicamente, sperava (e spera ancora, si presume) in
un ritorno al potere di una figura parimenti autoritaria a quella del Duce,
come la soluzione di tutti i mali, magari non sapendo veramente cosa si nascondeva
dietro a tutta quella propaganda patriottica e populista, ma solo perché il
nonno o qualche conoscente gli aveva raccontato che “Quando c’era LVI...”.
Ebbene, “Sono tornato”, film
diretto da Luca Miniero, rende reale questo ritorno di Benito Mussolini che
molti, forse troppi, in Italia, si augurano avvenga. La pellicola, remake
italiano del film di teutonica stirpe “Lui è tornato”, a sua volta tratto
dall’omonimo romanzo scritto da Timur Vermes, dove Lui è Adolf Hitler, dipinge
incredibilmente bene quella che è la reale situazione italiana a livello di
social network, televisione e pensiero del cosiddetto “Uomo della Strada”.
Interpreti principali di “Sono Tornato” sono Frank Matano, nel ruolo di Andrea
Canaletti, un aspirante regista documentarista di un’emittente televisiva
italiana, MyTV, e Massimo Popolizio, nei panni di Benito Mussolini, il quale si
ritrova letteralmente catapultato dall’Oltretomba a Roma, la Roma multietnica
dei giorni nostri, attraverso un portale ultraterreno che riporta in vita le
anime che si trovano a girovagare nei suoi pressi, in questo caso, un mini sito
archeologico posto in un giardinetto del Rione Esquilino a Roma, più
precisamente in Piazza Vittorio Emanuele II.
Il caso vuole che in quella stessa
piazza Canaletti stia girando un documentario sull’integrazione degli immigrati
in Italia, filmando dei ragazzini impegnati in una partitella di pallone.
Scambiando inizialmente il vero Benito Mussolini per un sosia e notando la
grande simpatia generata da questo bizzarro “attore” nella gente per strada
(selfie a gogo e saluti romani come se piovessero), Canaletti pensa ad un
documentario on the road in giro per l’Italia con il Duce e decide di proporre questa
sua idea alla TV per la quale lavora. Si scontrerà inizialmente con la
riluttanza dell’aspirante direttore Leonardi (Gioele Dix) ma troverà assoluta
compiacenza nella neodirettrice di rete Katia Bellini (Stefania Rocca) che, a
caccia di punti di share e di una svolta per la sua carriera, renderà assoluto
protagonista Mussolini inserendolo come ospite fisso in ogni format della TV
che ha appena iniziato a dirigere. Il Duce, inoltre, deciso a riprendersi
l’Italia, approfitterà della cosa per aumentare il consenso nei suoi confronti
e raggiungere il suo obiettivo.
Sebbene “Sono tornato” sia
praticamente una fotocopia di “Lui è tornato” (scene e dialoghi pressoché
identici a quelli dell’originale), il film diretto da Luca Miniero appare molto
più coerente con la realtà di appartenenza rispetto a quello diretto dal
tedesco David Wnendt, o almeno agli occhi degli italiani che avranno visto
entrambe le pellicole, per il semplice motivo che ciò che si vedrà in “Sono
tornato” è ciò che realmente vediamo, sentiamo, leggiamo tutti i giorni per
strada, in tv, su internet e sui giornali. Moltissimi italiani sono talmente
esausti di quel circo che è l’attuale classe politica del Paese da essere
disposti persino a sottostare ad una dittatura. Come dichiarato dallo stesso
Frank Matano, le interviste inserite in “Sono tornato” sono assolutamente
reali, non essendo gli intervistati attori o figuranti, ma persone incontrate per
strada. E le dichiarazioni rilasciate da queste persone giungono tutte alla
stessa, drammatica, conclusione: un ritorno del Duce non sarebbe affatto visto
in maniera negativa. Non si tratta, quindi, di un film comico, pur essendo
classificato come tale. Perché “Sono tornato”, sebbene sia caratterizzato da
una forte vena comica e contenga numerose gag sparse su tutta la pellicola,
finisce proprio come si teme finirebbe se una figura come quella del Duce
tornasse veramente. Il film riporta in vita il protagonista (o il responsabile)
di uno periodi più bui della nostra storia, da studiare molto approfonditamente
affinché non si ripeta, nonostante molti si augurino il contrario. I
riferimenti alla TV e alla Politica italiana di oggi sono puramente voluti e
non casuali e, in alcuni casi, si fanno pure nomi e cognomi (film scomodo,
dunque). Sarà curioso assistere alle reazioni dei diretti interessati,
soprattutto ora che siamo in piena campagna pre-elettorale.
Nonostante ciò che faceva
presupporre il trailer del film, “Sono tornato” si rivela una pellicola ben
girata e ben recitata (e vi è una parte, intorno alla metà del film, in cui si
trattiene a stento la commozione, da quanto è coinvolgente e intensa) che
supera di gran lunga il suo omologo tedesco sulla figura di Hitler, molto meno
curato sia esteticamente che nella sua sostanza.
La cosa più sconvolgente di questo
film è il fatto che si abbia quasi un rimorso di coscienza per ogni risata provocata dalle gag di Matano e Popolizio, perché “Anche allora, all’inizio,
ridevano” o, per essere più chiari, su certe cose l’ultima cosa da fare è
riderne.
L’uscita di “Sono tornato” nelle
sale italiane è programmata per il giorno 1 febbraio. La speranza è che verrà
visto non con occhi “nostalgici” ma come un film che induca ad una seria
riflessione sulla società sia civile che “mediatica” italiana di oggi e sugli
effettivi rischi di una “What if story” di tale portata.
Voto: 8.
Luca Cardarelli
Potete leggere questa recensione, insieme a quelle di numerosi altri film, anche cliccando sul sito Cinematik.it.
Potete leggere questa recensione, insieme a quelle di numerosi altri film, anche cliccando sul sito Cinematik.it.