Eccoci a commentare l’ennesimo
sequel che rimarca, se ce ne fosse ancora bisogno, la mancanza di idee o meglio
la non voglia dei capoccioni Hollywoodiani di spremersi le meningi e farci
arrivare, almeno per le Feste, qualcosa di non ancora visto. Alla regia de Il
Ritorno di Mary Poppins troviamo Rob Marshall (Chicago), mentre nei panni della
magica Tata c’è Emily Blunt, ma per favore non facciamo paragoni con Julie
Andrews perché qualunque attrice perderebbe indecorosamente contro tale
divinità cinematografica.
Stavolta nei guai con la Banca
(per la quale lavora come cassiere) è proprio Michael Banks (Ben Whishaw),
vedovo e con tre figli da sfamare (Georgie, Annabel e John), che non riesce a
pagare le rate del mutuo e, nonostante l’aiuto della sorella Jane (Emily
Mortimer), rischia di vedersi portar via la casa dal Direttore senza cuore
Wilkins (Colin Firth). In soccorso di Michael arriverà Mary Poppins (Emily
Blunt) in compagnia del suo amico lampionaio Jack (Lin Manuel Miranda).
Il dettaglio che ci fa intuire
che trattasi di sequel e non di remake è il fatto che i protagonisti, oltre a
Mary Poppins, siano Michael e Jane Banks con circa venti primavere in più
rispetto al film del 1964.
Il Ritorno di Mary Poppins è un
film piacevole, strutturato come commedia/musical con chiaro spirito pedagogico
(come il capitolo precedente) e accompagna lo spettatore senza troppi intoppi
fino alla fine. Il problema è proprio il capitolo precedente che, volenti o nolenti,
siamo costretti a usare come pietra di paragone con gli esiti tra i più
scontati possibili. Non si può rimproverare nulla a Emily Blunt la quale
recita, canta e balla in maniera quasi impeccabile ma, come già accennato in
precedenza, si ritrova per forza di cose a fare i conti con un improponibile
confronto con l’attrice che la precedette nel suo ruolo, ovvero Julie Andrews.
Da apprezzare ci sono i camei dei
grandissimi Dick Van Dyke e Angela Lansbury e un’altra comparsata di pochissimi
secondi (non vi svelo né l’attrice né il suo ruolo nel film precedente), nonché
i frammenti animati del film, per i quali è stata utilizzata la stessa tecnica
grafica del primo capitolo. Piccolo ruolo anche per Meryl Streep che però non lascia il segno.
D’altro canto, manca quella canzone iconica capace
di far rimanere bene impresso il film nella memoria degli spettatori, come lo
fu “Basta un poco di zucchero” e, ancora di più,
“Supercalifragilistichespiralidoso”. Il Ritorno di Mary Poppins
risulta comunque un film commovente, sebbene solo in alcuni suoi punti, e molte
sue scene sono state girate con il chiaro scopo di far rivivere i fasti del
primo film (obiettivo a volte centrato, altre no). Possiamo dunque parlare di
un film riuscito a metà, forse fuori tempo massimo (i cinquantaquattro anni di
differenza si sentono tutti). Magari questo film piacerà più alle vecchie
generazioni che a quelle più giovani, ma quasi sicuramente, almeno al
botteghino, sarà un successo.
Il Ritorno di Mary Poppins è in
programmazione nelle sale italiane dal 20 dicembre, distribuito da Walt DisneyStudios Motion Pictures che si ringrazia per le immagini allegate.
Voto: 6,5
Luca Cardarelli