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martedì 27 maggio 2014

GODZILLA



Mamma mia ragazzi, che film epocale che è Godzilla!!! Erano anni che non mi ritrovavo catapultato e sballottolato in un impianto scenografico così incredibilmente maestoso. Precisamente da quando assistetti a Jurassic Park nel lontanissimo 1993. Ovviamente il tutto con le dovute proporzioni. In vent'anni le tecniche di CGI si sono notevolmente raffinate, e penso che sia stato molto più facile per i creatori di questo colossal catastrofistico rendere non uno, non due, ma ben tre mostri (Godzilla e le due Zecche giganti) in uno scenario apocalittico che vede San Francisco assoluta protagonista. 
Ma andiamo per ordine. Di che parla Godzilla? io faccio tanto il geek o il nerd, ma la verità è che del mondo dei kaiju ho iniziato ad interessarmi solo l'anno passato con l'uscita di "Pacific Rim" e quindi sono andato a vedere questo film aspettandomi un supermegalucertolone che distrugge inopinatamente tutto ciò che si ritrova davanti. E invece nel film si ha molta trama e poca "ciccia" che, tradotto, significa "scene di distruzione e raccapriccio con un mostro cattivo che spacca tutto". Questo fino all'ultima mezz'ora. 


Non mancano i clichè dello scienziato rispettoso della natura che si scontra con l'ufficiale che vuole sistemare tutto con una bella atomica infiaschiandosene dei danni potenziali all'ecosistema. Non manca la bella storia d'amore tra madre-padre-figlio. Non manca il dramma personale del protagonista con i suoi ricordi di bambino che si rimanifestano in età adulta. Insomma un mix di cliché presenti in ognuno dei mille film facenti parte di questo genere. 


E poi ci sono loro: i mostri, la cui presenza scenica viene centellinata drasticamente dal regista Gareth Edwards, e man mano che il film avanza la loro forza viene ad incombere sulla storia in maniera progressivamente più pesante fino all'esplosione finale. Un film che ci parla di come l'uomo non debba immischiarsi in faccende che non lo riguardano. Un film che ci dice: l'uomo pensa di poter governare la natura. Ma è esattamente il contrario. L'uomo vive sempre e anche un po' inconsciamente in balia di essa. E serve un equilibrio perché la vita continui. L'equilibrio è dato dalla stessa natura. E si manifesta in Godzilla. Un Dinosauro, o un drago, o un lucertolone (vabbè è GODZILLA) che vive nei fondali dell'oceano e si sente in dovere di emergerne quando si vede minacciato da due enormi Zecche che si nutrono di radiazioni (e quindi con le Bombe Atomiche ci vanno a nozze). L'uomo diviene così un impaurito spettatore di questo spettacolo apocalittico, un po' come noi sulle poltrone del cinema. La natura ha il suo istinto di autoconservazione, e l'uomo non può far altro che mettersi da parte e fare il tifo, e sperare che il mostro buono, Godzilla, sconfigga i mostri cattivi, i Muti (le zeccone brutte e cattive). Un film incredibile. Una scenografia spettacolare. Una tensione mai sentita prima di ieri (ad eccezione della suddetta Spielbergata) che ti fa tornare bambino nel momento in cui raggiunge il suo culmine, con quel verso di Godzilla estremamente simile ad un ruggito che sottolinea la potenza della natura capace di distruggere ma anche di far rinascere. E di sicuro di far capire quando è il caso di smettere di farle del male.  


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