Visualizzazioni totali

Sezioni

mercoledì 12 novembre 2014

NIGHTCRAWLER - LO SCIACALLO



L'incubo della disoccupazione spinge Louis "Lou" Bloom a vivere di furti e ricettazione. Il resto del tempo lo passa su internet seguendo svariati corsi online e cercando l'illuminazione per fare carriera.
L'occasione gli si presenta una notte, sull'autostrada. Incidente appena avvenuto. Si ferma, forse per curiosità, forse per altro. Fatto sta che vede precipitarsi sul posto un videoreporter con assistente al seguito. Scopre così che, con una videocamera e un cb che capta le frequenze della polizia, può dare la tanto agognata svolta alla propria vita, sia dal punto di vista economico che da quello professionale. Basta sapere il luogo di un incidente o di un delitto e recarvisi prima di tutti, portare il video girato ad una delle mille emittenti televisive di Los Angeles, e i soldi sono assicurati.
Jake Gyllenhaal è Lou Bloom, in un film scritto e diretto da Dan Gilroy, al suo esordio da regista, ma già sceneggiatore in film come "The Bourne Legacy" e "Real Steel".
Quello che Gilroy ci mostra è la crudezza e la crudeltà non solo di Lou, ma di tutti i personaggi che gli girano intorno, ad eccezione forse del suo assistente Rick, un senzatetto raccolto dalla strada grazie al miraggio di stipendio e crescita professionale assicurati, che rimane l'unica persona "normale" che vediamo ne "lo Sciacallo".
Bloom, al pari di Nina (Renè Russo), la direttrice della rete cui lo sciacallo affida i propri video, non si fa troppi scrupoli sul lavoro. Il primo obiettivo sono i dollari. Così come per un telegiornale il primo obiettivo è lo "Share". E questi due fattori sono strettamente legati: più share, più dollari.


L'attività di videoreporter free-lance ormai è un lavoro che, grazie ai social media come Youtube, è esploso in tutto il mondo. Orde di "Youtubers", spesso armati solo di cellulare, lottano tra loro a suon di video "updatati" sul proprio canale, riprendendo non solo avvenimenti strani come un cane che corre sullo skateboard, ma scaraventandosi letteralmente sulle scene di incidenti e delitti per documentare per primi l'accaduto e vendere il proprio servizio alle Tv. Travalicando spesso il confine dell'etica e del politically correct.


Potremmo quindi affermare che ciò che ci mostra Gilroy nel suo film non è niente di nuovo o strano. Ma qui entra in gioco l'abilità del regista nel rappresentarci una storia da brividi con protagonista un Jake Gyllenhaal mai visto così in forma dai tempi di Donnie Darko (anche se in "Prisoners" la sua prova da sbirro ossessionato è stata più che apprezzabile).
Proprio come uno sciacallo Gyllehaal appare smunto in viso, con un espressione da pazzo psicopatico sempre stampata in faccia e dotato di una freddezza degna di personaggi alla Hannibal Lecter, giusto per fare un esempio.
E come uno sciacallo Bloom gira di notte in cerca di "prede" che possano dargli da sopravvivere in una città come Los Angeles dove quotidianamente ricchezza e povertà convivono e spesso si scontrano. Più è povera la vittima, meno sarà l'interesse dell'Audience nei confronti della notizia che lo vede protagonista, e, di conseguenza, minore sarà la ricompensa per averla data. E allora bisogna dirigersi verso i quartieri alti, ove qualsiasi cosa desta lo scalpore della gente. Un morto a 5 stelle è un evento che rimane sulla bocca di tutti per molto tempo e, di conseguenza, la notizia verrà ricordata per più giorni anche dai telegiornali.


Quello che sconvolge è il modo in cui Bloom manipoli gli accadimenti a proprio piacimento, con l'unico scopo di farci più soldi possibili, non guardando in faccia nessuno, unitamente ad un vero e proprio "Squalo" del giornalismo televisivo, Nina, che getta ulteriormente benzina sul fuoco rendendosi complice e per certi versi anche mandante delle malefatte di Bloom.
Ciò che ne viene fuori è un pirotecnico Thriller/Action Movie in cui tutto gira alla perfezione: fotografia, colonna sonora, scene ad inseguimento, interpretazioni, montaggio e sceneggiatura sono quasi privi di difetti, se non perfetti.
Il finale è uno dei più sorprendenti di questa stagione e lascerà davvero a bocca spalancata gli spettatori.
Si desume, tirando le somme, una critica feroce al mondo dei media sia on line che televisivi, ove tutto viene in secondo piano rispetto a fama e denaro. Media che non sono altro lo specchio di una società ormai priva di valori e corrotta in ogni sua parte.
Un film "Lo Sciacallo" che centra perfettamente il bersaglio e che ha tutti i crismi del "cult", pur nascendo da una produzione semi-indipendente.
Un film che farà parlare di sé.
Nelle sale italiane dal 13 novembre 2014.


Questa recensione è pubblicata anche sul sito Un film al giorno dell'amico Marcello Papaleo.

4 commenti:

  1. Già mi ispirava, dopo la tua recensione mi ispira ancora di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dopo Prisoners un'altra ottima prova per il fu Donnie Darko... Aspetto una tua opinione su questo film, quando l'avrai visto.

      Elimina
  2. Inizierò anch'io a vivere di ricettazione :-))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Wannabe che bello leggerti qui!!! Ma io sono convinto che presto svolterai!!!

      Elimina