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martedì 4 novembre 2014

STILL LIFE



Ci sono film che fanno da segnalibro nella nostra vita perché visti in concomitanza di un evento o un periodo che ci ha cambiati profondamente. Il 25 ottobre 2014 la mia mamma ha improvvisamente deciso di dirci addio (che poi è un arrivederci). Mentre Vi scrivo sono ancora (e chissà ancor per quanto lo sarò) traumatizzato da questo triste evento. Ma bisogna farsi forza e andare avanti, pur con una enorme cicatrice sul cuore, qual è la dipartita di un genitore (qualunque età avesse avuto, sarà sempre TROPPO PRESTO).
Dicevamo dei film segnalibro... Ecco... Giovedì 30, ripreso il tran tran lavorativo, ho anche deciso di recarmi insieme al mio fidato nonché migliore amico Michele nel cinema parrocchiale sede di un cinecircolo che ogni settimana proietta film già ampiamente fuori programmazione nelle sale "normali": il film di cui Vi parlerò è Still Life di Uberto Pasolini con un fenomenale Eddie Marsan in un "quasi" Oneman Show dai contorni un po' macabri.


Ero totalmente ignaro, come lo era Michele, del tema trattato dal film. Non so se sarei andato a vederlo se mi fossi precedentemente documentato. 
Still Life parla di un impiegato municipale (John May/Eddie Marsan) che si occupa di cercare parenti di persone defunte in totale, apparente, solitudine. E anche di cercare di portarli al relativo funerale. Ma, pur riuscendo a rintracciarli, non riesce mai a centrare il secondo obiettivo. 
John conduce una vita totalmente all'insegna dell'abitudinarietà e, come gli stessi defunti oggetto del suo lavoro, della solitudine. Vestito sempre alla stessa maniera, pasti sempre identici, casa-ufficio-chiesa (funerali)-ufficio-casa. Da 22 anni.


Ma un giorno tutto cambia: causa la crisi a John viene notificato dal capo (uno stronzo con la "S" maiuscola) il licenziamento. Gli viene data però la possibilità di portare a termine il suo ultimo caso. Billy Stoke è il nome del defunto che, guarda caso è anche il suo vicino di casa.
Still life è un piccolo grande gioiello di film. in sè racchiude un'ampia gamma di temi tutti ampiamente sviluppati con una dolcezza e una delicatezza da pelle d'oca: la solitudine, la morte, l'amore.


Il film si lascia guardare molto facilmente, emozionando, intristendo ed infine sollevando lo spettatore grazie ad una sequela di eventi che John vive in primissima persona che ricalcano esattamente la trattazione argomentativa dell'intero film. Solitudine, morte, amore. E poi ancora morte, quando la vita sembra prendere il sopravvento. Come in un triste girotondo senza soluzione di continuità.
Still Life, che è si "Natura morta", ma regala un soffio vitale di speranza per quando, il più tardi possibile (si spera), non ci saremo più.
Ampiamente consigliato. magari non andatelo a vedere dopo un evento estremamente luttuoso come ho, involontariamente, fatto io.



Ciao Mamma. 


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