Nella settimana prenatalizia c'era solo l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda i film da andare a vedere al cinema. Abbiamo dovuto quindi fare delle scelte e l'indice della mano è caduto sull'ultimo Spielberg, uscito un po' in sordina tra gli strombazzatissimi Star Wars - Il risveglio della Forza e Irrational Man di Woody Allen (film, questi due, che recupererò quanto prima, soprattutto il primo).
Incuriosiva il fatto che "Il Ponte delle Spie" avesse come sceneggiatori nientemeno che i Fratelli Coen, garanzia assoluta di qualità. Se poi ci aggiungiamo la regia di Steven Spielberg, uno dei registi preferiti da queste parti, e il suo attore feticcio Tom Hanks, beh, le speranze di assistere a qualcosa di molto vicino ad un capolavoro erano vivissime.
In breve, il film tratta la storia (vera) di un avvocato, James Donovan (Tom Hanks) che, in piena guerra fredda (fine anni 50 - inizio anni 60) viene incaricato dalla CIA di difendere (ma nemmeno troppo strenuamente, solo per dare l'idea di correttezza) la spia russa Rudolph Abel (Mark Rylance) arrestata in territorio americano. Dopo avergli evitato la sedia elettrica ed essere stato additato quasi come "nemico della nazione" la CIA lo spedisce a Berlino per trattare uno scambio di prigionieri dal momento che, nel frattempo, anche il pilota americano Francis Gary Powers (Austin Stowell) viene arrestato dopo che l'aereo spia U-2 viene abbattuto in territorio sovietico.
Il film, caratterizzato da atmosfere cupe che sono il risultato di un mix tra fotografia a metà tra il colore e il bianco e nero/seppia e una colonna sonora da Thriller/Noir propri del cinema classico, scorre via molto agilmente, grazie ad un buon ritmo e alla classica spielberghiana alternanza tra momenti cupi intervallati da altrettanti siparietti strappa sorrisi, nonché una altrettanto tipicamente spielberghiana dose di buonismo a stelle e strisce. Il resto lo hanno fatto i Fratelli Coen con la loro sceneggiatura come al solito impeccabile.
Nonostante le tante note positive c'è qualcosa che stona, o meglio, che rende questo film bello, ma non indimenticabile. Ed è forse il fatto che tutto va come deve andare: oltre ad una incredibile "pulizia" tecnica, tutti i passaggi narrativi sono ampiamente prevedibili. E scriviamo ciò in forza del fatto che non conoscevamo la storia narrata in questo film prima di vederlo, eppure prevedevamo ogni suo singolo sviluppo di trama durante la proiezione. Il risultato è che, alla fine, non rimanga nulla, se non il fatto che sia un ottimo film, girato benissimo, recitato pure meglio, con un'ottima fotografia e una bellissima colonna sonora (Thomas Newman) ma niente di più. Peccato.
Voto: 7,5 (di stima).
Il tuo finora è il voto più basso che ho letto su questo film, che ammetto attendere con una certa frenesia, ora che la febbre da Star Wars è passata.
RispondiEliminaSe avessi considerato solo il punto di vista tecnico gli avrei dato pure 10. Solo che se un film, pur perfetto che sia, non mi emoziona come dovrebbe, devo fare una media. E penso che 7,5 sia un giusto compromesso.
EliminaOddio ma a me quesro film non è proprio piaciuto. Buona atmosfera, il periodo storico lo trovo interessantissimo, però il film non mi ha proprio lasciato nulla di nulla... Peccato davvero per me. Se ne parla domani dalle mie parti...
RispondiEliminaEsteticamente l'ho trovato ineccepibile. Ma anche a me alla fine non ha lasciato nulla.
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