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lunedì 2 giugno 2014

3 DAYS TO KILL: KEVIN COSTNER FORMATO FAMIGLIA

3 DAYS TO KILL: KEVIN COSTNER FORMATO FAMIGLIA.


Questa recensione in anteprima è pubblicata anche sul blog Theoscarface dell'amica Emanuela con la quale collaboro.
Quando pensiamo a Kevin Costner, ci vengono subito in mente film come Robin Hood - Principe dei Ladri, Guardia del Corpo, Balla coi Lupi e Un mondo perfetto: i suoi film di maggior successo. Dopo questi tre, ci appare come un Golem d'argilla quella mostruosità di Waterworld che ha fatto leggermente (eufemismo) calare l'attenzione nei confronti di questo attore/regista che oggi si è addirittura svenduto ad una nota marca di tonno in scatola, risultando oltremodo ridicolo. Ma... C'è un ma. Quello che vi presentiamo oggi è un film che potrebbe riportare sulla cresta dell'onda questo sex symbol degli anni '90, un po' troppo frettolosamente dimenticato. 3 days to kill scritto da Luc Besson e diretto da McG (conosciuto per Charlie's Angels, Charlie's Angels più che mai, Terminator - Salvation, Una spia non basta, più tutta una serie di documentari musicali su gruppi come Korn, Cypress Hill ed Offspring) ci riporta indietro di 20 anni, a quando cioè i film di azione e spionaggio mescolavano in sé elementi come l'ironia, il romanticismo, la comicità e li coprivano con una patina Noir a rendere il tutto più, passatemi il termine, cazzuto. La firma di Besson su questo Thriller/Action/Comedy si legge fin troppo chiaramente, tanto da sembrare nello stesso tempo un omaggio al suo Lèon ma anche un chiaro tentativo di far rivivere in una persona sola i personaggi interpretati da Kevin Costner nei sui film sopra citati. E dobbiamo dire che l'esperimento è pienamente riuscito.


Ethan Runner (Costner), un ex-agente della CIA prossimo alla morte per un tumore apparentemente incurabile, separato dalla moglie Christine (Connie Nielsen) e dalla figlia Zoey (Hailee Steinfield) che vivono a Parigi, viene avvicinato da Vivian Delay (Amber Heard), altro agente CIA a cui è stata affidata la missione di eliminare un terrorista internazionale chiamato The Wolf (Richard Sammel) insieme al suo braccio destro L'Albino (Tòmas Lemarquis). In cambio della sua collaborazione la donna gli offre un rimedio sperimentale contro il suo cancro. In concomitanza con questo ultimo suo incarico, da svolgere nella capitale francese, tenterà di riavvicinarsi alla figlia e alla moglie per passare con loro gli ultimi mesi della sua vita.


La cornice dell'elemento spionistico - action racchiude in sé un quadro che a sua volta è un insieme di storie e temi diversi che vanno dal rapporto tra un padre/marito con figlia/moglie da riconquistare, al tema sociale dell'integrazione razziale (Ethan si ritroverà l'appartamento occupato da una numerosa e pittoresca famiglia africana e imparerà a conviverci). Ma quello che salta più all'occhio è la personalità di Ethan Renner: freddissimo quando si tratta di usare le armi quanto estremamente premuroso nel ruolo di padre cui, per tre giorni, verrà affidata la figlia in assenza della madre in viaggio per lavoro. Il dna di questo personaggio lo ritroviamo in Lèon, cui la sceneggiatura bessoniana e i dialoghi strizzano più di una volta l'occhio, anche per mezzo di citazioni dirette come quando Vivy accenna al suo lavoro definendolo "fare le pulizie". Come già accennato, però, in Ethan Renner ritroviamo un po' della Guardia del corpo Frank Farmer, un po' del rapitore Butch di Un Mondo Perfetto. E in questo ruolo Kevin Costner ci sguazza a meraviglia. Non avrebbero potuto trovare un attore migliore per questo personaggio.
A livello di sceneggiatura appare tutto impeccabile, a differenza dell'altro film uscito in questi giorni, sempre scritto da Besson, Brick Mansions. Il cast, oltre al più volte citato Kevin Costner, è molto ben assortito. In particolare la giovane Hailee Steinsfield (già ammirata ne Il Grinta dei Coen) risulta molto apprezzabile nel ruolo affidatole. E che dire della Femme fatale impersonificata in Amber Heard (Il potere dei soldi, Machete Kills)? Un ruolo disegnato perfettamente a sua immagine e somiglianza. Occupa benissimo lo schermo nelle scene che la vedono protagonista (che sono anche quelle cruciali per quanto riguarda la parte action del film) e non fa sentire la sua mancanza quando ne esce.


Molto ben girati sono gli inseguimenti che, anche per merito della magnifica Parigi che fa da sfondo, ricordano un po' quelli di The Bourne Identity, altro film ambientato in parte nella capitale francese.
Molto chiari risultano anche gli intenti morali di questo film e le loro tracce sono molto ben distribuite lungo tutta la pellicola, non risultando mai banali o estranee al tipo di storia raccontata.
In conclusione 3 days to kill si profila come un potenziale blockbuster adatto sia a chi ama l'action più spettacolare fatto di sparatorie ed esplosioni, sia agli amanti dei buoni sentimenti con quel pizzico di comicità che rende tutto più frizzante e godibile.

  

2 commenti:

  1. kevin costner già non lo reggo in versione normale, figuriamoci in formato famiglia XD

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    1. Ma ti diró, quando interpreta questo tipo di personaggio a me piace. Ovviamente il film è da vedere in lingua originale... A me è piaciuto molto... E poi amber heard, che te lo dico a fare... Se ne occuperà presto anche il buon lorenzo antico, nella sua seguitissima rubrica che fa rima con...

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