Per il grande evento cinefilo del
Nicolas Cage Day (posticipato di una settimana rispetto al compleanno del
nostro grande eroe di cui sopra) mi sono sobbarcato l’onere di guardare e
recensire una delle sue ultime performance, rappresentata dall’interpretazione
del ruolo di protagonista in USS Indianapolis, diretto da Mario Van Peebles, un
regista a me sconosciuto ma che secondo la Maga Wiki ha diretto ben dieci film
prima di questo, tra cui il western Posse, la leggenda di Jessie Lee (1993) e
Panther (1995), dramma che narra la storia delle Pantere Nere e che ha ricevuto
addirittura un Pardo d’argento a Locarno dalla giuria ecumenica.
Ma non dilunghiamoci su cose che non ci interessano, perché qui l’unico nostro obiettivo è celebrare il mito di un uomo che, a causa di non si sa bene quale motivo (da più parti si è letto di debiti ingenti), non scarta un copione che sia uno. Accetta qualsiasi cosa gli venga proposta cinematograficamente parlando. Nove volte su dieci sono film dimmè, come questo USS Indianapolis. Che poi... dimmè nemmeno troppo rispetto alle altre perle di cui parleranno i colleghi del blog condiviso MARS NEEDS WOMEN in onore di questa ricorrenza.
Ma non dilunghiamoci su cose che non ci interessano, perché qui l’unico nostro obiettivo è celebrare il mito di un uomo che, a causa di non si sa bene quale motivo (da più parti si è letto di debiti ingenti), non scarta un copione che sia uno. Accetta qualsiasi cosa gli venga proposta cinematograficamente parlando. Nove volte su dieci sono film dimmè, come questo USS Indianapolis. Che poi... dimmè nemmeno troppo rispetto alle altre perle di cui parleranno i colleghi del blog condiviso MARS NEEDS WOMEN in onore di questa ricorrenza.
Dicevamo... USS Indianapolis è un
film tratto da fatti realmente accaduti, ovvero si narrano le gesta degli eroi
che, a bordo dell’omonima corazzata, trasportarono via mare dagli USA al
Giappone le due bombe atomiche destinate a Hiroshima e Nagasaki, in una
missione segreta e, per questo, senza alcuna scorta. Al comando dell’equipaggio
via è il Capitano Charles Butler McVay, interpretato dall’acchiappafilm per
eccellenza, Nicolas Kim Coppola, per gli amici Nicolas Cage. Fortunatamente, o
sfortunatamente (dipende dai molteplici punti di vista dai quali si possono osservare
i fatti narrati) il viaggio d’andata fila liscio come l’olio. Quindi il pacco
viene regolarmente consegnato.
Ma sulla via del ritorno, ancora senza scorta,
l’incrociatore viene bombardato da una nave della Flotta Imperiale Giapponese e
cola a picco peggio del Titanic e circa 700 uomini, compreso il Capitano McVay,
finiscono in mare e moltissimi di essi muoiono di stenti o a causa delle ferite
inferte dagli squali. Dopo giorni e giorni alla deriva nelle acque del Pacifico,
i sopravvissuti, tra i quali il Capitano, vengono recuperati e riportati a
casa. Ma non è finita. Il capitano McVay dovrà subire un processo per mancato
rispetto del protocollo: non effettuò infatti la rotta a zig zag per evitare
siluri sottomarini e granate delle navi giapponesi. Alla fine viene parzialmente assolto, ma lo shock di questa
avventura lo porterà a prendere un’estrema decisione.
Premesso che i film che narrano
fatti realmente accaduti siano totalmente spoilerabili in quanto basta un
semplice consulto su internet per rendersi edotti degli eventi, USS
Indianapolis si distingue per la totale scontatezza della parte romanzata,
ovvero di tutte quelle sottotrame che riguardano le storie dei personaggi
secondari, ad esempio le loro relazioni d’amore o familiari. Dai dialoghi o
alcune scene all’inizio del film si capisce nitidamente che fine faranno i
personaggi (Capitano McVain a parte) rendendo ancora più noioso il tutto.
Si ha come l’impressione di stare
guardando un film abortito dal Clint Eastwood di Flag of our Fathers o dallo
Steven Spielberg di Salvate il Soldato Ryan. Per non parlare delle sequenze
dell’affondamento della nave che dà il titolo al film: prendete Titanic di
James Cameron, mischiatelo con gli effetti speciali di Titanic 2 targato The
Asylum ed otterrete USS Indianapolis. Nicolas Cage, poverino, da par suo tenta
di sollevare un po’ le sorti del film, ma con scarsissimi risultati e dopo due
ore di discorsi patriottici made in USA e altri connotati dal pacifismo degno
di una diciottenne appena insignita del titolo di Miss Italia, la fine delle
ostilità del film arriva come una benedizione per gli occhi stanchi di
tutti coloro che erano stati invogliati alla sua visione da giudizi sensazionalistici
letti in locandina che lo dipingevano come il miglior war movie degli ultimi
vent’anni.
Coraggio Nicolas, fatti forza,
arriveranno copioni migliori, per la legge dei grandi numeri...
Mi è dispiaciuto incredibilmente non avere potuto partecipare, ché io per Nicky ho una venerazione.
RispondiEliminaEppure, a casa Bolla non si riesce più a programmare nulla senza un preavviso di almeno un mese ç_ç
Meno male che hai parlato solo di lui, forse l'unico a salvarsi, perché il film è incommentabile :D
RispondiEliminaQuesto film non lo conosco, sono queste iniziative che mi fanno conoscere tanti film xD
RispondiEliminaDeve essere uno di quegli scarti che solo Cage poteva accettare. Lo passo più che volentieri
RispondiEliminaQuesto non mi ispira, anche se la sequenza con lo squalo fa molto cagenado. Comunque il 2019 è appena iniziato e Nicolas Cage ci potrà deliziare con tanta, tanta robba bbrutta per farci felici e contenti! Daje Nic che ti vogliamo bene!
RispondiEliminaQuesto l'ho scartato perchè già dal flano economico mi gridava "food movie",il Khal me lo ha descritto come una vera porcata,e mi confermi che non aveva torto XD, peccato!
RispondiEliminaSalve
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