Finalmente è arrivata l'estate. E puntualmente, con il caldo afoso estivo, è arrivata anche l'insonnia. Niente di meglio, dunque, di guardarsi un po' di film lasciati indietro, ma sempre disponibili sul "Play" di Mediaset Premium (infatti ho anche recuperato "The Dreamers" di Bertolucci, che non avevo mai visto, colpevolmente).
Somewhere, a dire la verità, avevo già provato a vederlo già un po' di tempo fa, ma bloccai la visione dopo la prima mezz'ora. Stavolta ho preso il coraggio a due mani e me lo sono guardato dall'inizio alla fine tutto d'un fiato.
Che dire? Somewhere non è un film brutto. E' solo troppo lungo. E un po' noioso. La colonna sonora, come in tutti i film della Coppolina, è veramente bella, però. Ma ciò non toglie che siamo di fronte ad un film che poteva benissimo durare mezz'ora. Già dalla prima scena, quella della Ferrari di John che gira nel deserto, apparentemente in tondo, e senza una meta, si intuisce quale sarà il fil rouge che regge tutto il film: la ripetitività.
Johnny Marco (Stephen Dorff) è una star di Hollywood. E' ricco, belloccio (un po' dannato), ha una Ferrari, si trova pure le donne nel letto quando entra in casa. Ma soldi, il lusso, le donne vengono spazzate via dalla noia e dalla solitudine che lo assalgono. Riempirà questo vuoto cosmico la figlia Cleo (una giovanissima e bravissima Elle Fanning), affidatagli per impegni (o presunti tali) della madre da cui, pare, john abbia divorziato o si sia quantomeno separato. Con Cleo Johnny è felice. Spensierato. Allegro. Sembra un'altra persona. Il film si dipana su questo doppio volto: John con Cleo. John senza Cleo.
Lunghi silenzi, scene grottesche da "Notte dei Telegatti" con Simona Ventura e Nino Frassica. Interviste con domande imbarazzanti di Giorgia Surina (che non so se se ne sia resa conto, ma corrispondono a quelle reali). Scene di momenti felici davanti alla Playstation con Cleo che zompetta felice e John che si compiace della sua bella e brava figlioletta. Giri in Ferrari. Pensieri che si sovrappongono nella mente di John. Un finale un po' così, nichilista. Questo film è una sorta di documentario sulla vita da star hollywodiana (e spesso vite come quella di John finiscono con un suicidio). Ma sostanzialmente tutto si riduce a questo messaggio: Puoi avere tutti i soldi, macchine, donne che vuoi, ma ciò che ti riempie veramente la vita è l'amore, quello vero, in questo specifico caso quello filiale. E se lo scopri troppo tardi, non puoi più tornare su tuoi passi.
Potremmo benissimo sostituire i nomi John e Cleo con Francis e Sofia. La storia infatti è chiaramente autobiografica.
Per me, tolta la bellissima scena iniziale della Ferrari, un film assolutamente inutile. Proprio perché ripetitivo, ma senza che le ripetizioni aggiungano o tolgano nulla alla vicenda.
RispondiEliminaLa vera morale che ho colto è che per parlare di una vita insulsa devi fare un film altrettanto insulso.
Infatti ho scritto che poteva benissimo durare mezz'ora per il messaggio che aveva da dare.
RispondiEliminasi il film è stato una delusione per me, dopo gli straordinari il giardino delle vergini suicide e Lost in Traslation, mi aspettavo molto di più da sofia :)
RispondiEliminaQuei due li devo recuperare entrambi... E anche Marie Antoniette.
EliminaGià sai il mio totale amore per Sofia e per questo film! Comunque stima assoluta per averlo ripreso e per aver visto The Dreamers che adoro! :)
RispondiEliminaGli ho ridato una possibilità, avendolo lì, a portata di telecomando... ora dovrò recuperare gli altri film della Coppola. Lost in Traslation, Vergini suicide e Marie Antoniette... Bling Ring purtroppo l'ho già visto al cinema... E The Dreamers è un filmone. Come ho fatto a non vederlo per tutto questo tempo???
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