Probabilmente anche Selma - La strada per la libertà, in fondo, ha questo obiettivo, ma lo persegue in maniera più onesta e pulita: non è, infatti, il film sulla vita di Martin Luther King, ma su un periodo della storia americana che lo vede protagonista e che culmina con la marcia non violenta per la rivendicazione dei diritti costituzionali, in particolare quello di voto, da parte degli afro-americani, o "negri" come spesso li sentiamo autodefinirsi.
Selma è un film potente, che lascia da parte ogni possibile cautela e paura di impressionare il pubblico con scene oltremodo violente, perchè così erano trattati REALMENTE gli afroamericani prima che Johnson (un grande Tom Wilkinson) emanasse la legge che, di fatto, metteva fine all'apartheid bianco e sudista nei loro confronti. Nessuno aveva prima d'ora osato rappresentare questi episodi. Nessun film aveva mai parlato dei fatti di Selma e della marcia non violenta da quella città a Montgomery, riuscita solo al terzo tentativo, dopo che i due precedenti erano sfociati nelle manganellate e nei pestaggi a sangue da parte della polizia. Nessun film aveva mai raffigurato così bene Martin Luther King (impersonato ottimamente da David Oyelowo, già visto in Interstellar), un uomo che si erge a leader pacifico e pacifista di un popolo vessato in ogni maniera e mette a rischio per primo la propria esistenza ponendosi in prima linea per raggiungere l'obiettivo prefissatosi. Un uomo, un predicatore, che riesce persino a far confluire tra i manifestanti anche molti bianchi, ma non scendendo mai a compromessi con i vertici dello stato ancorati su posizioni ultraconservatrici o di convenienza.
E giustamente l'Academy, magari per pulirsi la coscienza o magari perché effettivemente meritevole, ha inserito questo titolo tra gli otto papabili per il premio "Miglior Film". Perchè Selma è un film fatto bene, ha una colonna sonora eccezionale, una fotografia penetrante, un ottimo cast (un ottimo Tim Roth perfetto nei panni del governatore dell'Alabama Wallace, e inoltre Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr, Oprah Winfrey) e una storia adattissima a questo tipo di riconoscimento. Sicuramente molto più "americana" di quanto non lo sia quella di "The Imitation Game" o "La Teoria del Tutto". Certo, lo scoglio "American Sniper" è altissimo e difficilissimo da oltrepassare, così come quello di "Boyhood", ma sicuramente Selma ha tutte le carte in regola per trionfare.
Curiosità: appare in una scena anche il caro J. Edgar Hoover (Dylan Baker) che in pochi secondi è stato capace di far dimenticare quel polpettone propinatoci da Clint Eastwood (al quale rimaniamo comunque devoti) con protagonista il "povero" Leonardino Di Caprio.
Non rimane che aspettare, ma ci sentiamo comunque di dire che "Selma, la strada per la libertà" è un film da guardare, da ammirare e sul quale riflettere a lungo.
Voto: 8/10
Al cinema dal 12 febbraio.
Luca Cardarelli.
Selma è un film potente, che lascia da parte ogni possibile cautela e paura di impressionare il pubblico con scene oltremodo violente, perchè così erano trattati REALMENTE gli afroamericani prima che Johnson (un grande Tom Wilkinson) emanasse la legge che, di fatto, metteva fine all'apartheid bianco e sudista nei loro confronti. Nessuno aveva prima d'ora osato rappresentare questi episodi. Nessun film aveva mai parlato dei fatti di Selma e della marcia non violenta da quella città a Montgomery, riuscita solo al terzo tentativo, dopo che i due precedenti erano sfociati nelle manganellate e nei pestaggi a sangue da parte della polizia. Nessun film aveva mai raffigurato così bene Martin Luther King (impersonato ottimamente da David Oyelowo, già visto in Interstellar), un uomo che si erge a leader pacifico e pacifista di un popolo vessato in ogni maniera e mette a rischio per primo la propria esistenza ponendosi in prima linea per raggiungere l'obiettivo prefissatosi. Un uomo, un predicatore, che riesce persino a far confluire tra i manifestanti anche molti bianchi, ma non scendendo mai a compromessi con i vertici dello stato ancorati su posizioni ultraconservatrici o di convenienza.
E giustamente l'Academy, magari per pulirsi la coscienza o magari perché effettivemente meritevole, ha inserito questo titolo tra gli otto papabili per il premio "Miglior Film". Perchè Selma è un film fatto bene, ha una colonna sonora eccezionale, una fotografia penetrante, un ottimo cast (un ottimo Tim Roth perfetto nei panni del governatore dell'Alabama Wallace, e inoltre Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr, Oprah Winfrey) e una storia adattissima a questo tipo di riconoscimento. Sicuramente molto più "americana" di quanto non lo sia quella di "The Imitation Game" o "La Teoria del Tutto". Certo, lo scoglio "American Sniper" è altissimo e difficilissimo da oltrepassare, così come quello di "Boyhood", ma sicuramente Selma ha tutte le carte in regola per trionfare.
Curiosità: appare in una scena anche il caro J. Edgar Hoover (Dylan Baker) che in pochi secondi è stato capace di far dimenticare quel polpettone propinatoci da Clint Eastwood (al quale rimaniamo comunque devoti) con protagonista il "povero" Leonardino Di Caprio.
Non rimane che aspettare, ma ci sentiamo comunque di dire che "Selma, la strada per la libertà" è un film da guardare, da ammirare e sul quale riflettere a lungo.
Voto: 8/10
Al cinema dal 12 febbraio.
Luca Cardarelli.
Volevo vederlo, ma l'entusiasmo di Spike Lee mi ha fatto desistere XD
RispondiEliminaTi consiglio di vederlo invece... E' molto bello!!!
EliminaConfermo, film solido, che fa incazzare il giusto.
RispondiEliminaconfermo pure io: bello e coinvolgente!
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