Finalmente sono riuscito a vedere questo chiacchieratissimo Cannibal Movie ispirato dal re di tutti i Cannibal Movies che risponde al titolo di Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato (The green Inferno è il titolo del documentario che stavano girando i protagonisti di questo film).
La trama è semplicissima: un gruppo di studenti organizza una spedizione in Amazzonia per impedire la deforestazione per l'estrazione del gas naturale di cui è ricco il sottosuolo. Arrivati al punto stabilito, gli studenti si incatenano ai bulldozer e filmano con i cellulari i successivi interventi delle milizie.
Tra gli studenti vi è Jasmine (Lorenza Izzo), figlia di esponente delle Nazioni Unite. Questo desta scalpore, a tal punto che la protesta sembra essere riuscita in pieno.
Sul volo del rientro però qualcosa va storto, l'aereo va in avaria e precipita nel bel mezzo della giungla. Sopravvissuti, Jasmine e i suoi compagni, vengono catturati da una tribù di indigeni dalle strane abitudini alimentari.
Mi aspettavo, con The Green Inferno, un film di due ore di sgozzamenti, squartamenti, decapitazioni, urla e scene raccapriccianti di cannibalismo becero. E invece, con sollievo, mi sono trovato di fronte ad un film che dosa, quasi in egual misura, sequenze Horror/Splatter ma anche notevoli spunti di riflessione sul sistema imperialistico/capitalistico e il doppiogiochismo di chi dichiara apertamente di combatterlo. La tensione in alcuni momenti si taglia col coltello e si rimane spesso col fiato sospeso pensando di immaginare cosa possa aver pensato di far accadere quel matto di Eli Roth nelle scene successive.
E' questa la forza di The Green Inferno; di più proprio non si poteva chiedere. Roth gioca con lo spettatore come un gatto col topo. Lo stuzzica, lo spaventa, poi lo lascia respirare fino a quando non sente l'esigenza di spingere ancora sull'acceleratore e via, ancora tanta, tantissima tensione (la scena dell'infibulazione è da cuori forti, non tanto per ciò che - non - si vede, ma proprio per la tensione che infondono i continui stacchi di inquadratura tra torturata, aguzzino e l'arma di tortura).
Davvero un bel lavoro, ben realizzato, a tinte forti, a tratti fortissime, ma ben equilibrato (c'è spazio anche per qualche risata). Gli amanti del genere apprezzeranno molto questa pellicola, ma anche chi si dovesse approcciare a questo genere di cinema per la prima volta potrebbe rimanerne affascinato, a tal punto di voler andare a scoprire i film ai quali Eli Roth si è ispirato e che molto intelligentemente il regista ha voluto elencare nei titoli di coda (che vi invito a seguire fino alla fine, vi farete una risata ad un certo punto).
Divertente. Pura goduria visiva.
Voto 8/10.
Luca Cardarelli
Francamente non mi aspetto molto di buono... ma lo vedrò lo stesso :)
RispondiEliminaSecondo me è il miglior film di roth
EliminaBoh, mi aspetto una buddhanata colossale, anche perché Roth fuori dal ruolo dell'orso Ebreo non lo sopporto per nulla.
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