Titolo originale: Don Jon;
Anno: 2013;
Paese: USA;
Genere: commedia;
Durata: 90 min;
Regia: Joseph Gordon Levitt (anche sceneggiatore);
Cast: Joseph Gordon Levitt/Jon Martello Jr; Scarlett Johansson/Barbara Sugarman; Julianne Moore/Esther; Tony Danza/Jon Martello Sr; Brie Larsson/Monica Martello.
Voto: 6
Trama: Jon è un ragazzotto italo-americano le cui principali attività sono rimorchiare belle ragazze, andare in giro col suo "bolide", andare in palestra e in chiesa, ma la cosa che gli piace di più in assoluto è sicuramente "il porno". Poi conosce Barbara, la classica, bellissima ragazza americana con i peluche sul letto e il poster di "Titanic" appeso sulla parete della camera, e se ne innamora. Ma la loro unione viene minata dalla passione di Jon per il porno.
Don Jon è il film che segna l'esordio da regista/sceneggiatore di Joseph Gordon Levitt (già protagonista di film come "Inception", "The Dark Knight rises" e "Looper", tra i più conosciuti, ma anche di lungometraggi indipendenti come "500 giorni insieme", "50/50" e "Premium Rush - Senza freni"). E' una commedia americana non convenzionale, nel senso che il tema che tratta non lo è. Un ragazzo con la passione del porno, ma lungi dall'essere il classico sfigato che si rifugia in "youporn" in mancanza di "materia prima". Anzi. E', come suggerisce il titolo, un gran "Don Giovanni". Tutte le sere una diversa. Ma il porno, per lui, è un'altra cosa. Tanto da preferire il sesso onanistico/voyeuristico a quello reale.
Il film è caratterizzato dall'estrema stereotipizzazione dei personaggi: Scarlett Johansson interpreta una bellissima ragazza che ama i film romantici, abituata a vivere "da principessa" cui tutto le è dovuto, che non concepisce, ovviamente, come possa il suo ragazzo guardare di nascosto film porno, avendo lei a disposizione. Passiamo alla famiglia di Jon: in tutte le scene in cui compaiono, madre, padre e sorella sono sempre a tavola a mangiare. Il padre in perenne canotta bianca con fisico palestrato e vocabolario da gangster alla "goodfellas". La sorella invece (quasi) sempre muta con il cellulare in mano: parla solo in un'occasione, ma lo fa non a vanvera come invece fa la mamma svampita e succube del marito.
La classica famiglia italiana che siamo, purtroppo, abituati a vedere nei film americani. E Jon è il degno figlio di suo padre: anche lui sboccatissimo, maschilista ed egoista (ma alla domenica sempre in prima fila in chiesa con tutta la "famigghia"). E gli amici sono come lui, ma sfigatissimi. Lui ne è il capetto. Tra i due estremi (Don Jon e Barbara) spunta Esther, interpretata da una disinvolta Julianne Moore, che risulta poi l'elemento risolutore della vicenda: non troppo bacchettona come Barbara, non troppo volgare come Jon. Potrebbe essere considerata un po' il deus ex machina. Il cambiamento del protagonista è scandito dalle periodiche confessioni religiose, nelle quali enumera le sue prestazioni davanti al Pc e con ragazze in carne ed ossa. Ottimo espediente, molto originale.
Buono a livello di interpretazione, con un cast sopra la media, il film pecca a livello di trama, sfociando nel "buonismo" del finale, seppur lasciando intendere che la principale ossessione del protagonista è tutt'altro che debellata. Inoltre mi è sembrato un po' affrettato nella conclusione, a dispetto di una fase centrale piuttosto ripetitiva e ridondante.
Joseph Gordon Levitt ha tutti i numeri per eccellere anche nella regia. Originale l'idea del soggetto, ma sviluppata da una sceneggiatura un po' troppo superficiale e "convenzionale". Un film leggero, senza eccessive pretese, che si lascia guardare, ma nulla più.
Stasera dovrei riuscire a vederlo. Nutro grandi aspettative :)
RispondiEliminaChe verranno rispettate, ma solo in parte, credo. Aspetto un tuo giudizio!!! Questo week end invece guarderò Hunger Games.
Elimina