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domenica 1 novembre 2015

SPECTRE - 007 DI SAM MENDES.

Mi sarebbe piaciuto assistere personalmente a questa attesissima anteprima, ma per problemi di orario (l'hanno piazzata alle 16,30 di un giorno feriale) ho dovuto delegare l'amico e collega Luca Zanovello (direttamente da throughtheblackhole) che qui ci riporta le sue entusiastiche impressioni sul cosiddetto "Bond 24". 


Dopo gli eventi di Skyfall, nelle viscere dell’Intelligence britannica sono cambiate molte cose: l’avanzamento di un’innovativa e sperimentale tecnologia di sorveglianza planetaria, insieme all’imprevedibilità ed insubordinazione dell’agente 007 James Bond (Daniel Craig), spinge M (Ralph Fiennes) a metterlo in congedo.
Bond, reduce da una missione non autorizzata a Città Del Messico, ha però fra le mani una pista importante, che potrebbe condurre ad un’organizzazione criminale tentacolare e collegare le recenti indagini di Bond (raccontate nel ciclo “Craighiano” iniziato con Casino Royale).
Nel triangolo Londra-Roma-Tangeri, Bond segue le tracce del sadico supercriminale Franz Oberhauser (Christoph Waltz), con tutta probabilità il numero uno della temibile SPECTRE. 
Diretto da Sam Mendes (già al timone dell’ultimo capitolo della serie), 007 – Spectre raccoglie i detriti post-Skyfall ed approfondisce la genesi dell’organizzazione criminale Spectre e del futuro, infinito dualismo tra Bond e Blofeld, super villain e capo sfigurato della stessa.
Mentre affronta snodi cruciali dell’universo creato da Ian Fleming, Spectre prova a congiungere lo schema classico degli 007-movies ad azione post-moderna, e ci riesce alla grande.
Lo spionaggio cede spesso il passo all’azione, ma non è azione qualunque: Mendes si esalta in momenti memorabili, come quello del combattimento su elicottero o l’inseguimento in auto per le buie strade di Roma.


Se non è da tutti i giorni avere il lusso di un cattivone come Waltz (bravo, ma un po’ in trappola nel suo ghigno malefico), è sempre Craig a rubare la scena: nonostante nelle interviste si definisca logorato da Bond, la sua versione dell’agente “con licenza di uccidere” è sempre scintillante.
James Bond è quasi onnipotente, implacabile e spietato. I suoi occhi di ghiaccio sono quelli dell’eroe, ma anche di un uomo che uccide ed abbandona senza battere ciglio.
Meno lord e più terminator, Craig Bond salva il mondo insieme ai suoi sodali (Ben Whishaw è ancora un divertentissimo Q) in quasi due ore e mezza che non pesano mai.


Il feticismo dei “Bondies” passa anche dalla sequenza musicale in apertura, (quasi) mai così vintage. La “Writing’s On The Wall” di Sam Smith è così retrò che fa venir voglia di recuperare la cinestoria di 007.


Dulcis in fundo: Bondgirl doppia. La Bellucci è un disastro annunciato nei pochi minuti a disposizione, la Seydoux la spazza via e regala un personaggio bello ed ambiguo di cui probabilmente sentiremo ancora parlare.



Al cinema dal 5 novembre.
Voto: 8.
Luca Zanovello.



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