Mi sarebbe piaciuto assistere personalmente a questa attesissima anteprima, ma per problemi di orario (l'hanno piazzata alle 16,30 di un giorno feriale) ho dovuto delegare l'amico e collega Luca Zanovello (direttamente da throughtheblackhole) che qui ci riporta le sue entusiastiche impressioni sul cosiddetto "Bond 24".
Bond,
reduce da una missione non autorizzata a Città Del Messico, ha però fra le mani
una pista importante, che potrebbe condurre ad un’organizzazione criminale
tentacolare e collegare le recenti indagini di Bond (raccontate nel ciclo
“Craighiano” iniziato con Casino Royale).
Nel
triangolo Londra-Roma-Tangeri, Bond segue le tracce del sadico supercriminale
Franz Oberhauser (Christoph Waltz), con tutta probabilità il numero uno della
temibile SPECTRE.
Diretto
da Sam Mendes (già al timone dell’ultimo capitolo della serie), 007 – Spectre
raccoglie i detriti post-Skyfall ed approfondisce la genesi dell’organizzazione
criminale Spectre e del futuro, infinito dualismo tra Bond e Blofeld, super
villain e capo sfigurato della stessa.
Mentre
affronta snodi cruciali dell’universo creato da Ian Fleming, Spectre prova a congiungere
lo schema classico degli 007-movies ad azione post-moderna, e ci riesce alla
grande.
Lo
spionaggio cede spesso il passo all’azione, ma non è azione qualunque: Mendes
si esalta in momenti memorabili, come quello del combattimento su elicottero o
l’inseguimento in auto per le buie strade di Roma.
Se
non è da tutti i giorni avere il lusso di un cattivone come Waltz (bravo, ma un
po’ in trappola nel suo ghigno malefico), è sempre Craig a rubare la scena:
nonostante nelle interviste si definisca logorato da Bond, la sua versione
dell’agente “con licenza di uccidere” è sempre scintillante.
James
Bond è quasi onnipotente, implacabile e spietato. I suoi occhi di ghiaccio sono
quelli dell’eroe, ma anche di un uomo che uccide ed abbandona senza battere
ciglio.
Meno
lord e più terminator, Craig Bond salva il mondo insieme ai suoi sodali (Ben
Whishaw è ancora un divertentissimo Q) in quasi due ore e mezza che non pesano
mai.
Il
feticismo dei “Bondies” passa anche dalla sequenza musicale in apertura,
(quasi) mai così vintage. La “Writing’s On The Wall” di Sam Smith è così retrò
che fa venir voglia di recuperare la cinestoria di 007.
Dulcis
in fundo: Bondgirl doppia. La Bellucci è un disastro annunciato nei pochi
minuti a disposizione, la Seydoux la spazza via e regala un personaggio bello
ed ambiguo di cui probabilmente sentiremo ancora parlare.
Al cinema dal 5 novembre.
Voto: 8.
Luca Zanovello.
Non vedo l'ora. "Skyfall" mi era garbato parecchio!
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