Un film che al 65^ Festival di Berlino ha visto l'assegnazione dell'Orso d'Oro ai suoi due protagonisti (Charlotte Rampling e Tom Courtenay), acclamato dalla critica e presentato con una sinossi degna di un film di Alfred Hitchcock, aveva creato grandissime aspettative. Purtroppo, come leggerete, non sempre il successo ad un Concorso prestigioso come quello di Berlino corrisponde ad un successo anche davanti al pubblico medio, di cui orgogliosamente dichiaro di far parte. Kate e Geoff Mercer stanno per festeggiare i 45 anni di matrimonio. Appaiono come un uomo e una donna che si amano ancora. Un giorno arriva una lettera indirizzata a Geoff, dalla Svizzera. E' stato rinvenuto il corpo di Katya, la ragazza con cui stava prima di conoscere Kate, data per dispersa durante un'escursione in montagna durante gli anni '60.
Kate nota che dall'arrivo di quella notizia Geoff cambia atteggiamento sia nei suoi confronti che nei confronti della vita. Ricomincia a fumare, nonostante il cuore malandato con tanto di pacemaker. Si alza durante la notte per andare, di nascosto, in soffitta a rovistare tra cianfrusaglie e fotografie. Sembra non essere più interessato ai preparativi della festa per l'anniversario imminente. E' palesemente triste e ombroso. Geoff le aveva parlato di Katya, ma aveva deliberatamente evitato di raccontarle la cosa più importante, che poi scoprirà lei stessa, con grande sconforto misto a rabbia.
Ora, il film, raccontato così a grandi linee, sembra effettivamente meritevole delle attenzioni dategli dalla critica. Ma un conto è leggerne la sinossi, un conto e guardarlo. Sono solo scene casalinghe di due anziani (con inclusa una umiliante scena di sesso, ovviamente di BREVISSIMA durata) che discutono, litigano, sembrano sul punto di mollarsi (dopo 45 anni di matrimonio), salvo poi recitare la parte degli sposini innamorati con tanto di discorso fintamente commosso e colmo d'amore pronunciato da parte un Geoff in lacrime davanti ad una glaciale Kate con il sorriso a comando, per non turbare l'umore degli invitati alla festa.
Si capiva già dalla prima scena "post lettera dalla Svizzera" che lui non avesse mai dimenticato Katya e Kate aveva sempre rappresentato "la medaglia d'argento", perché quello d'oro era andata dispersa sulle alpi Svizzere. Un film, 45 anni, di cui si aspettava la fine (telefonatissima) impazientemente sin dal decimo minuto di proiezione. Non basta l'ottima recitazione di due grandi attori a salvare una pellicola lenta, noiosa, senza uno straccio di colonna sonora (festa a parte), con inquadrature fisse su alberi dalle chiome ingiallite come i capelli dei protagonisti a far da "calendario" alla vicenda con tanto di giorno indicato in sovrimpressione.
Un film deprimente sotto tutti i punti di vista.
Voto: 4/10.
Nelle sale dal 5 novembre.
Luca Cardarelli.
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