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mercoledì 2 aprile 2014

NYMPH()MANIAC: TANTO FUMO, POCO ARROSTO... MA MOLTA CARNE!



La seguente recensione in anteprima è pubblicata in collaborazione con il blog Theoscarface.

Premessa: la versione del nuovo film di Lars Von Trier arrivata in Italia è stata censurata in maniera alquanto sostanziosa, per un totale di 90 minuti di pellicola eliminati tra volume I e II.
Presentato al Festival di Berlino lo scorso febbraio, Nymphomaniac rappresenta l'essenza della follia visionaria nonchè della depressione cronica che pare attanagliare l'autore di opere quali Melancholia, AntiChrist e Dogville. Un film diviso, gioco forza, in due volumi da due ore l'uno, alla Kill Bill, per intenderci, il primo dei quali uscirà il 3 aprile.
Durante le prime due ore assistiamo a 5 capitoli della vita di Joe (Charlotte Gainsbourg al presente, Stacy Martin da giovane), donna con evidenti problemi mentali, che viene trovata a terra in un vicolo di città con il viso tumefatto  da un gentile ed anziano signore (Stellan Skarsgard) il quale la soccorre e la porta a casa con sè per offrirle ristoro. Il tutto avviene nei modi e nei tempi "classici" cui Von Trier ci ha abituati: molto, molto lentamente, quasi al rallentatore.


Il modus narrativo del regista danese per questa sua ultima, scandalosa creazione vede l'incedere per parallelismi: l'anziano e la donna conversano uno parlando di pesca con la mosca e l'altra raccontando le sue esperienze sessuali iniziate in giovanissima età. E andando avanti con il racconto la pesca si trasforma in etologia, poi in matematica e ancora successivamente in musica. Una sorta di "quadrivio" parallelo alle fantasie sessuali raccontate da Joe che l'hanno poi portata a diventare ciò che è: una ninfomane.
Scene, alcune, che non lasciano molto all'immaginazione, in cui assistiamo alla "prima volta" di Joe con Jerome (Shia Leboeuf) alleggerita da Von Trier mediante la visualizzazione di numeri a grandezza schermo per sottolineare, strappando risate al pubblico, quante volte costui l'abbia penetrata davanti e dietro. Von trier ricorre spesso a questi stratagemmi per alleviare un po' di tensione emotiva che altrimenti rischierebbe di schiacciare lo spettatore come sotto una pressa da sfasciacarrozze. La depressione è il fil rouge di tutto il film, insieme alla follia di una ragazza che gareggia con l'amica del cuore a "chi si fa più uomini sul treno in corsa" (in palio c’è un golosissimo sacchetto di cioccolatini!) percorrendo le carrozze del convoglio nello stesso modo in cui dei pescatori camminano sulla riva di un fiume in cerca del punto più pescoso.
Durante le due ore del Volume I, nonostante l’edulcorazione portata dalla severa censura cui è stato sottoposto il film, vediamo di tutto: fellatio, cunnilingus, amplessi in posizioni canoniche e non.
Joe si definisce una persona cattiva che rifiuta l'amore definendolo il più basso dei sentimenti perchè fondato sulle bugie che due persone si raccontano per far piacere l'una all'altra: è capace di abbordare in treno uno sconosciuto che sta tornando dalla moglie, sedurlo e "svuotarlo" in una rapida sessione di sesso orale (viene sottolineato il fatto che l’uomo si stesse "tenendo" da giorni al preciso scopo di ingravidare la donna), non ha problemi nel far mollare la compagna (Uma Thurman) ed i 3 figli ad un uomo che potrebbe benissimo essere suo padre ed infine si permette "attimi di spensieratezza" con il manutentore dell'ospedale in cui è ricoverato il genitore moribondo (Christian Slater).
Un film assurdo, non lineare, che alterna le classiche immagini panoramiche di cieli stellati alla Von Trier a primissimi piani statici e piatti. La colonna sonora è quasi assente, salvo titoli di testa e di coda animati dall'heavy metal dei teutonici Rammstein e qualche scena addolcita da Lo Schiaccianoci di Tchaikovskij, già usato in passato da Stanley Kubrick nel suo ultimo capolavoro Eyes wide shut.
La cosa che più disturba di Nymphomaniac non è tanto la pornografia di alcune scene, ma il fatto che il continuo autoaccusarsi della donna, consapevole della propria vita peccaminosa e immorale, sia costantemente bilanciato dall'indulgenza del vecchio che la giustifica adducendo motivazioni etico-scientifiche (per la verità un po’ strampalate) e che potremmo definire un “accondiscendente diavolo tentatore” (il tema satanico, tra l'altro, è molto presente nel film e viene evocato anche attraverso il tritono suonato al pianoforte dalla protagonista).
Per avere un quadro più definito di questo monumentale film a cavallo tra l'Hardcore e il puro porno, contaminato da eccessi di documentarismo e introspezione psicologica (un vero e proprio pugno nello stomaco), dobbiamo comunque necessariamente  aspettare la visione del Volume II.



10 commenti:

  1. Interessante analisi. Ho un rapporto discontinuo con LVT. Alcuni film li ho visti e non mi sono piaciuti, altri li ho apprezzati, altri li ho accuratamente evitati. Non ho ancora deciso se vedrò o meno Nymp()maniac, al momento non ne ho molta voglia, e comunque preferirei riuscire a vedere la versione uncutted.

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    1. Ho scelto un bel mattoncino come primo film di Von Trier da vedere al cinema... Pesantezza!!!

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  2. Visto la prima parte: non è male, in realtà non l'ho trovato così pesante come credevo. Però aspetto la versione integrale :D

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    1. La versione integrale di 5 ore... sarà un bel macigno... Vediamo ora che succede con il Vol. II: dall'anticipazione inserita nei titoli di coda del Vol. I penso che sarà un po' più spinto...

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  3. Molto interessante questa analisi. Non so se riesco ad andare al cinema, sai devo spiegare a mio marito che in fondo parliamo di "porno d'autore"...XD

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    1. Che poi la versione censurata è MOLTO censurata... Immagino cosa non sia la versione integrale... Ma dentro c'è un po' di tutto oltre al sesso... Arte, Scienza, Matematica, Musica, Religione... E Von Trier è pazzo.

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