Ci sono film nati apposta per svaligiare i vari festival (americani e non) durante l'Awards Season puntando tutto sulle lacrime facili. Still Alice è uno di questi. E infatti Julianne Moore, che ne interpreta la protagonista Alice Howland, una docente di linguistica che scopre di essere affetta dal Morbo di Alzheimer precoce ereditario, ha fatto incetta di statuette, globi e chi più ne ha più ne metta, fino ad arrivare alla candidatura all'Oscar. Non vi facciamo attendere oltre: premi vinti e candidatura ottenuta con pieno merito. La Moore in "Still Alice" è fenomenale, e si capisce perchè non sia stata presa in considerazione l'altrettanto valida sua interpretazione in "Maps to the Stars" di David Cronenberg. Fatta questa doverosissima premessa, se si deve analizzare il film nel suo complesso, l'entusiasmo cala un po'. Primo perché non si può condensare in soli 100 minuti una storia del genere. Secondo perché, di conseguenza, tutte le fasi cruciali dell'incedere inesorabile del morbo di Alzheimer sono trattate in maniera molto superficiale, magari sottolineate solo da un pianterello per far commuovere ulteriormente lo spettatore già in lacrime per tutta la situazione (e la Moore dà una mano anche in questo). "Still Alice" dovrebbe anche raccontare come la famiglia di Alice si pone di fronte a questa terribile tragedia che consiste nel perdere a poco a poco un proprio caro.
Ma invece i familiari, salvo il marito (Alec Baldwin) e la figlia minore (Kristen Stewart, monoespressiva come al solito) , sono tenuti molto alla larga dal duo di registi che hanno adattato alla pellicola un romanzo di Lisa Genova (in Italia conosciuto come "Perdersi"), in favore di un'oppressivo "One Woman Show" retto bene da Julianne Moore, ma alla lunga stancante e ripetitivo.
Molto probabilmente se si fosse pensato un po' più alla coralità e un po' meno all'individualità della protagonista, "Still Alice", conoscendo i gusti dell'Academy (Dallas Buyers Club, 12 anni schiavo, The Theory of Everything ecc.), avrebbe potuto concorrere per ben più di una singola statuetta ai prossimo Academy Awards.
Film, "Still Alice", che, se non fosse per Julianne Moore, andrebbe dritto dritto nel cassetto etichettato con "Dimenticabili".
Voto: 5/10.
Luca Cardarelli.
A me il film è piaciuto molto, e - cosa che mi ha stupito parecchio - ho trovato molto brava anche Kristen Stewart.
RispondiEliminaHo apprezzato il fatto che i registi abbiano scelto di non accanirsi sull'incedere della malattia, e di risparmiarci un finale lacrimoso.
Io invece sono rimasto impassibile. non so, sarò insensibile io... La gente intorno a me in sala piangeva a fontanella... boh... Sarà che ormai a furia di vedere questi film c'ho fatto il callo.
EliminaAh beh, ma nemmeno io piangevo, se è per quello! :)
EliminaE dire che a me ispirava parecchio :/
RispondiEliminaGuardalo, ognuno reagisce secondo il suo stato... A me ha preso così...
EliminaQuesto lo salto volentieri :)
RispondiEliminaIl mio consiglio è comunque di vederlo...
RispondiEliminaio lo voglio assolutamente vedere...
RispondiEliminama proprio perché portata dal clamore dei premi e della critica
Grandissima la Moore, vero. Ma è un po' poco per un film che, nonostante il tema trattato, non è riuscito ad emozionarmi. Come hai detto, manca "la famiglia", componente indispensabile per situazioni come questa.
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