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lunedì 26 gennaio 2015

THE IMITATION GAME di Morten Tyldum



 Manca meno di un mese dall'assegnazione degli ambitissimi Academy Awards e The Imitation Game è in lizza, tra gli altri, per il premio come miglior film. Era quindi d'obbligo vederlo, Dalle prime recensioni lette in giro per la rete abbiamo subito annusato il forte odore di ciò che è d'uso definire "film ruffiano" o, ancora più volgarmente, "paraculata". Dopo la visione del film questa sensazione si è trasformata in certezza. Ma andiamo per ordine. Come ben saprete ormai tutti, The Imitation Game è il film che racconta come Alan Turing (Benedict Cumberbatch) genio accademico inglese, esperto in crittografia, riuscì a realizzare una macchina in grado di decifrare i messaggi in codice dei nazisti durante la seconda Guerra Mondiale, in maniera tale che l'esercito inglese potesse anticiparne le mosse e sconfiggerli militarmente. Tutto il film gira intorno alla figura controversa di Turing e Cumberbatch, ricordando un po' il suo Sherlock della fortunata serie TV, lo interpreta magistralmente, e possiamo concordare con l'Academy per la sua nomination a miglior attore protagonista. 


Ciò che lascia perplessi, però, è che nel finale il film vira bruscamente abbandonando il discorso storico-biografico in favore di un discorso sociale. Sebbene ci siano un po' di accenni nel corso del film sullo status di "personaggio particolare" di Turing, Tyldum è parso comunque dare molta più importanza alla Macchina creata da questi, senza però entrare in profondità con le spiegazioni tecniche (giustificato, in parte, dal fatto che molte informazioni sono ancora tenute chiuse a chiave in qualche cassaforte dell'MI6) e dando così quel senso di smarrimento allo spettatore che non si spiega come quella macchina sia passata dalla più totale inutilità al suo perfetto funzionamento. 


D'altro canto, le didascalie finali che illustrano come tantissimi omosessuali siano morti per mano della Corona (compreso Turing, che, si dice, si è suicidato dopo la castrazione chimica) paiono essere state messe solo per strappare qualche lacrima al pubblico e per dare quel senso di "sociale" al film, ammiccando così anche alle facilmente impressionabili giurie da cine-festival, non ultima quella dell'Academy. Quindi la carne al fuoco messa da Tyldum è indubbiamente tanta, ma risulta alla fine cotta solo in superficie e quel che ne rimane è un film che, a dispetto delle lodi che moltissimi gli stanno tessendo, è ampiamente dimenticabile, nonostante il grande cast (Cumberbatch grandissimo), la bella colonna sonora e la fotografia vintage azzeccatissima. Non ci aspettavamo molto da questo film e, come accade quasi sempre, le nostre aspettative sono state rispettate. Ora dovrebbe essere il turno de "La Teoria del Tutto", ma abbiamo la medesima sensazione che avevamo prima di vedere "The Imitation Game". 
Voto: 5/10. 
Luca Cardarelli. 


8 commenti:

  1. I don't agree ;) http://firstimpressions86.blogspot.it/2015/01/the-imitation-game.html

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    1. Deve essere la fastidiosa presenza di Keira Kneightley ad avermi fatto propendere per la bocciatura... Io quella non la sopporto... :-) Scherzi a parte, ognuno ha il suo punto di vista..

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  2. Boh, tutti i miei timori sembrano essersi avverati, da quello che leggo in giro. Me lo dovrò vedere per completezza, a questo punto...

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  3. Pur avendo un amore incondizionato per Keira (ebbene sì, sarò l'unico... non m'importa, la adoro! :) ) in effetti riconosco che in questo film la sua presenza è poco più che ornamentale. E se l'hanno candidata all'oscar è segno evidente che certi film (ruffiani, patinati, politically-correct come questo) sono fatti davvero con quell'unico scopo.

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    1. Caro Kris, io e te, Keira a parte, la pensiamo alla stessa maniera su questo film... Dà fastidio pensare che invece questi film vincano premi a go go, magari togliendo spazio e visibilità ad altri film ben più validi. E vabbè...

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  4. Keira è nulla, d'accordo, tuttavia non ho disprezzato così tanto questo film, anzi. L'interpretazione di Cumberbatch è di rara sensibilità e in generale tutto il film prepara a quelle due righe finali, di un uomo fin dall'inizio malgiudicato (per motivi diversi, ovvio) e condannato a finire in disgrazia nonostante il suo genio.

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    1. Infatti Cumberbatch per me è fenomenale. Ma la mia critica è rivolta al film... Insomma, non credo sia un film che meriti tutti i riconoscimenti che ha avuto, non ultima la nomination come miglior film. Ieri ho visto SELMA è ti garantisco che gli dà non una, ma due piste!!!

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