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giovedì 7 novembre 2013

CRONENBERG, KUBRICK, TARANTINO E... CHECCO ZALONE

Questa settimana è stata all'insegna degli sfoghi e delle polemiche. 
L'altro giorno, leggendo qua e là sui vari siti, blog e social networks, ho trovato una caterva di condivisioni di questa notizia sconcertante (http://cinema.fanpage.it/david-cronenberg-sbotta-kubrick-non-capiva-nulla-di-horror-e-shining-non-e-un-gran-film/). Ho dapprima sgranato gli occhi e poi, per capire meglio di cosa si trattasse, ho letto l'intero articolo. Sdegno totale. Già il fatto che Cronenberg, ovvero l'autore di quell'abominio cinematografico chiamato "Cosmopolis",


critichi Kubrick (che non può nemmeno replicare, tra l'altro) è una cosa che mi raccapriccia. Inoltre, si è addentrato nella critica andando a toccare quello che per molti, se non per tutti, è un vero e proprio capolavoro del genere "Psicho/Thriller/Horror: Shining. Non si può, non è possibile, non è umanamente concepibile sostenere che Shining non sia quantomeno un bel film. 


Io sono di parte, lo ammetto, ma ancora mi sto arrovellando il cervello nel tentativo di capire per quale oscuro e bizzarro motivo prima Stephen King (l'autore del romanzo da cui è tratto il film) e poi Cronenberg si siano scagliati contro il Nostro amato Stanley e la sua pellicola entrata nella storia come uno dei film più inquietanti ma, nello stesso tempo, apprezzati dal pubblico e dai critici di mezzo mondo. Forse è  proprio questo che il buon David non ha digerito. Ed è per questo stesso motivo che è andato a definire Stanley Kubrick "un regista commerciale" (risate, risate, risate). Ma andiamo avanti. 


Sempre leggendo qua e là, ho anche scoperto che esiste un gruppo, spero ristretto, di persone che giudica Quentin Tarantino "un pagliaccio", e, in particolare, "Pulp Fiction" un film come tanti altri, per altro nemmeno tanto bello. Ora, sul fatto che Tarantino e Pulp Fiction possano piacere o non piacere, non ci metto becco. Ma sul fatto che Quentin sia un pagliaccio, ma soprattutto sul fatto che "Pulp Fiction" sia un film come tanti altri, mi sento eccome di dissentire, e aggiungo che ciò mi causa un moto di rabbia mista a commiserazione nei confronti di chi possa anche lontanamente pensarla una cosa del genere. Pulp Fiction è stato un vero e proprio "boom", un film che ha reinventato, insieme a "Le Iene" un genere, appunto il Pulp. Come se non bastasse è stato una grandissima fonte di ispirazione per un sacco di nuovi film usciti dal 1994 in poi. E questi mi vengono a dire "E' un film come tanti altri". Probabilmente tanti film sono come Pulp Fiction, ma non viceversa. In quella pellicola sono presenti musiche, dialoghi, situazioni e personaggi UNICI nel loro genere, rese ancora più pregevoli dalla sapiente arte registica di Tarantino, nonchè dalla estrema bravura degli attori a cui egli si è affidato per realizzarli. 


Infine vorrei solo accennare ad una questione che dal 31 ottobre sembra non avere soluzione: "Sole a catinelle". Lungi dal essere snob o fare la figura del radical chic che guarda solo film afghani con sottotitoli in rumeno, mi ha dato estremamente fastidio l'enfasi con cui è stato accolto il nuovo film che vede protagonista Checco Zalone "Sole a catinelle". Distribuito in più di mille cinema italiani, in più copie per cinema, ha racimolato, a una settimana dalla sua uscita, più di 20 milioni di Euro al botteghino. 


Io non ce l'ho con Checco Zalone (che tra l'altro mi fa anche parecchio ridere), nè tanto meno con chi lo va a vedere (io stesso andai a vedere "che bella giornata) ma con chi ha in mano la distribuzione cinematografica italiana. Non è possibile che un film, pur molto simpatico e strapparisate come questo (a leggere le numerose recensioni), occupi intere programmazioni nei cinema di tutta Italia, a discapito di altri prodotti, magari anche premiati nei vari festival internazionali, che vengono distribuiti poco e male e di conseguenza vengono ritirati quasi subito dalle sale. Mi riferisco a film come Miss Violence, se ancora qualcuno non l'avesse capito. Ma come questo ci sono molti altri film meritevoli di considerazione, che spesso non vengono nemmeno distribuiti (a quanto pare "Nimphomaniac" di Lars Von Trier, forse a causa dei contenuti troppo "hot", ma non è un buon motivo comunque). Ammetto che Zalone aiuterà moltissimo gli esercenti e, più in generale, l'intera industria cinematografica italiana, ma finchè i soldi guadagnati verranno reinvestiti per produrre lo stesso genere di film, il cinema italiano, dimenticati i fasti di un tempo ahimè remoto, non farà mai il tanto sospirato salto di qualità.   

7 commenti:

  1. Io ho un certo debole per i post scritti di pancia, e se c'è anche un pizzico di rabbia (da intendere molto blanda) ancor di più. La penso esattamente come te, lo sai. E anche sulla questione di Zalone, la sola cosa che mi urta in questo caso, sono quelli che gli si scagliano contro riducendo a un Zalone tutto il male del cinema italiano. E poi gli parli di Virzì, e fanno lo stesso. Di Sorrentino, stessa cosa. Tornatore, idem. Eh che cavolo!!! Detto questo, io non vado in sala a vedere Sole a catinelle, ma voglio credere ancora che esista la libertà di azione, dunque ognuno va a vedere quel che vuole. Poi certo, il problema, come dici tu, è la nostra distribuzione...

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  2. Non capisco come si possa sostenere che il male del cinema Italiano siano Virzì, Sorrentino, Tornatore che, insieme a Salvatores e pochi altri, oggi, sono gli unici che riescono ad esportare i propri prodotti anche oltreconfine, fino a concorrere addirittura per la vittoria agli Oscar. Sia chiaro che comunque ognuno è libero di andare a spendere i propri soldi come e dove vuole. Il problema non è sicuramente il pubblico. Bisognerebbe però alzare un po' il livello delle produzioni, e valorizzare di più il cinema cosiddetto "d'autore".

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  3. Tra una decina d'anni le sale cinematografiche saranno adattate ad enormi sale in cui il pubblico si recherà per giocare a videogame collettivo, ognuno col proprio avatar si vivrà in un universo virtuale per qualche ora, in cuffia, col grande schermo che serve a trasmettere highlits e classifiche. Magari ci saranno anche dei premi. I film verranno distribuiti solo in home video o scaricati. Il cinema si finanzierà principalmente col product placement.

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  4. E del resto se io nonostante in città abbia una multisala molto importante e non abbiano neppure proiettato "Il quinto potere", "La Vita d'Adèle" e che le uscite della settimana vengano dimezzate dal fatto che c'è in grande distribuzione "Sole a catinelle" mi viene da pensare. Ma la distribuzione italiana, che vista la crisi punta solo a incassi sicuri senza dare spazio a film d'autore o a produzioni minori, mi direbbe che sbaglio io. Zalone è a mio avviso molto più apprezzabile delle commedie di poco interesse che il cinema italiano sa produrre in serie negli ultimi anni e quindi va bene comunque. Ma mi piacerebbe vedere più spazio per tutti, sia per i film italiani e per i film stranieri interessanti.

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    1. Avrebbero potuto magari dimezzare le copie e prolungare il periodo di proiezione. Così avrebbero lasciato spazio anche ad altri film e avrebbero incassato comunque gli stessi soldi...

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    2. Solo che poi si avvicinava troppo al periodo natalizio e la Medusa ha fatto uscire apposta "Sole a catinelle" adesso per fare i suoi incassi e lasciare la sfida infinita di Natale a Filmauro col cinepanettone, 01 Distribution con il nuovo film di Leonardo Pieraccioni e a Warner Bros. con "Lo Hobbit La Desolazione di Smaug".

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